È stata ridotta in appello la pena a Ivano Rolando, coach di Giulia Pairone, l’atleta promessa del tennis. Oggi il collegio presieduto dalla giudice Alessandra Bassi ha rideterminato la condanna nei confronti dell’uomo da 4 anni e 6 mesi (in primo grado) a 1 anno e mezzo, con pena sospesa.

Le motivazioni

Il collegio giudicante della II sezione penale ha ridotto la pena ritenendo di non dover procedere per intervenuta prescrizione in merito al reato di violenza sessuale. Restano invece in piedi i reati di maltrattamenti, relativi alle condotte tenute quando la giovane gli era stata affidata per la preparazione atletica.

“Hai un bel culo”: la procura chiede sei anni e 4 mesi per l’allenatore della promessa del tennis

andrea bucci

09 Maggio 2024

A Rolando è stato confermato il pagamento di una provvisionale di circa 20 mila euro ed è stato interdetto dai pubblici uffici per cinque anni, nonché in via definitiva da ogni incarico nelle scuole di ogni ordine e grado che possa comportare contatti con minori.

La difesa del maestro, rappresentata dall’avvocato Simone Vallese, commenta: «Siamo soddisfatti per la prescrizione del reato di abusi sessuali. Faremo ricorso anche in Cassazione dopo aver letto le motivazioni (22 dicembre)».

Soddisfatta anche la parte civile. L’avvocata Annalisa Baratto evidenzia: «Siamo felici per la conferma del reato di maltrattamenti, perché è importante sviluppare una cultura sui comportamenti che si devono tenere per incentivare un’atleta, distinguendoli da quelli che umiliano, mortificano e controllano».

Il caso

All’epoca dei fatti la ragazza era minorenne ed era al numero 666 del ranking mondiale. Era stata costretta a subire commenti e, in alcune occasioni, a dormire nello stesso letto del suo coach. L’atleta aveva dovuto sopportare pesanti commenti sessisti, come «hai un bel c…». Alcuni episodi erano avvenuti anche durante gli allenamenti nel circolo di tennis di Borgaro Torinese.

La giovane aveva deciso di denunciare gli episodi solo nel 2019, di ritorno dagli Stati Uniti, dove nel frattempo si era laureata in psicologia dello sport ed era venuta a contatto con il movimento #MeToo.

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