C’è una graphic novel che racconta ai ragazzi la crisi climatica e il rischio – crescente – dei fenomeni estremi, alluvioni in primis. Un libro straordinariamente attuale che indaga anche il peso delle responsabilità dell’antropocene, che a volte sommergono e travolgono anche i più piccoli. Si intitola La ragazza pesce, un libro edito da Camelozampa scritto e illustrato da Søren Jessen, con traduzione italiana di Eva Valvo.

Protagonisti un ragazzino autistico, Frede, e sua sorella maggiore: soli in una casa che domina una collina, fatalmente diventata un’isola per via di un’inondazione che ha sommerso la terra che la circonda. Senza elettricita?, in attesa dei soccorsi, vivono ore di tensione mitigate dalla protezione che la sorella maggiore garantisce al fratellino in una dimensione che la matita di Jessen rende surreale, tra pesci di ogni tipo che fluttuano tra i palazzi e una natura incombente e pervasiva, ormai incontrollabile.
Lui, Søren Jessen, pluripremiato autore e illustratore danese, all’attivo 67 libri per bambini e adulti, è in questi giorni in Italia nell’ambito di un tour co-finanziato dal programma Creative Europe dell’Unione europea per il progetto Reading Diversity: dopo le prime due tappe alla libreria “Farollo e Falpalà” di Firenze e alla “Lotta Libreria” di Roma, sarà alla libreria “Ponteponente” di Roma (25 ottobre, ore 10.30), alla libreria “Oh che bel castello” di Osimo, in provincia di Ancona (28 ottobre, 17.30) e alla libreria “Cartamarea” di Cesenatico (29 ottobre, ore 17).

La sua graphic novel affronta un tema centrale della contemporaneità: la crisi climatica. Come si racconta un fenomeno del genere, così complesso, a bambini e ragazzi?
“Guardi, intanto credo che si possano scrivere libri per bambini su qualsiasi argomento. È tutta una questione di come lo si affronta. Ci sono molte considerazioni da tenere a mente e molte cose che non si possono o non si dovrebbero fare, ma continuo a pensare che nessun argomento sia off-limits, per così dire. Ho scritto libri per bambini sulla guerra, sulla vita in un campo profughi e su un padre alcolizzato. Quel che non dobbiamo dimenticarci è che molto spesso i bambini sono già consapevoli di questi problemi. Semplicemente, accade a volte che fatalmente genitori e insegnanti non sappiano come parlare ai propri figli o alunni di questi argomenti, per così dire, pesanti. Ecco, i libri possono essere un buon modo per farlo”.

E lei che ne pensa della crisi climatica? In che misura è preoccupato?
“Credo che i cambiamenti climatici in corso ci accompagneranno nei prossimi decenni e che la situazione peggiorerà. Non sarà la fine dell’umanità, ma in alcune parti del mondo ci saranno grandi cambiamenti nel modo di vivere. Sarà una sfida enorme, con gravi conseguenze, ma non sappiamo come o quando. Fino ad allora, dobbiamo prepararci, sia praticamente che mentalmente. E i libri possono essere utili, in questo”.
Insieme a quelli legati all’inclusione, i temi ambientali attraversano la sua prolifica produzione di illustratore e scrittore.
“Proprio così. Nel 2004 ho scritto un romanzo di fantascienza per bambini, Den elektrisk by (La città elettrica, non tradotto in italiano), poi diventato una trilogia, che racconta di un mondo in cui il clima diventa estremamente secco e la siccità imperante. Nel 2009, invece, ho scritto un racconto dal titolo Febbre del deserto, ambientato in un futuro distopico in cui il deserto si estende in tutta Europa, con le nostre città interamente ricoperte di sabbia”.

Inquietante, non del tutto irrealistico. Jessen, qual è lo stato di salute della letteratura per ragazzi? E soprattutto: ritiene che la tecnologia allontani le nuove generazioni dal rapporto diretto con la natura?
“Sì, la tecnologia allontana dalla natura, e non solo le nuove generazioni. Direi che forse è proprio questo uno dei maggiori rischi legati alla tecnologia. Mi piace allora pensare che proprio la natura rappresenti oggi una sorta di exit strategy dai disastri dell’umanità. Dobbiamo impegnarci per aiutare i bambini ad acquisire una maggiore sintonia e dimestichezza con la natura, piuttosto che lasciarli scomparire in quella tana del Bianconiglio che è, sempre più, Internet”.
Quando e come ha capito che da grande avrebbe fatto l’illustratore? Ci racconta la sua carriera?
“Avevo circa vent’anni quando ho realizzato che forse avrei potuto guadagnarmi da vivere illustrando libri. Ho mostrato i miei disegni ad alcuni editori e ho subito ricevuto le prime commissioni per alcune copertine. Nel 1987 ho realizzato la mia prima copertina di libro e da allora non mi sono più voltato indietro. Ho ricevuto sempre più lavori da editori danesi, poi ho iniziato a scrivere e nel 1990 ho pubblicato il mio primo libro: naturalmente, un albo illustrato per bambini. Da allora, mi sono diviso tra scrittura e illustrazione. Oggi illustro solo ciò che scrivo e, finora, ho all’attivo 67 titoli. Negli ultimi anni, mi sono dedicato principalmente a graphic novel come La ragazza pesce. E non smetterò di farlo”.