Il docufilm che fa luce sullo scudetto negato al Torino di Enrico Marone Cinzano. In esclusiva su Toro News le parole dell’autore Vittore Gaetini

Una serata per tornare dove tutto è cominciato: quando il Toro, appena risorto dalle ceneri della Prima Guerra Mondiale stava per diventare leggenda. Oggi, venerdì 24 ottobre, ore 18:30, va in scena “Toro 1927 lo scudetto negato”, il docufilm che riapre una ferita antica e ancora pulsante del calcio italiano. Un racconto che mescola sport, potere e passione, e che prova a fare luce su una delle vicende più oscure del nostro campionato. Il film, in prima visione al Bistrot Culturale Ramo d’Oro, nel cuore della Galleria Umberto I, ripercorre la stagione 1926-27, quella del primo scudetto conquistato dal Torino e poi misteriosamente revocato. Un titolo che avrebbe dovuto incoronare i granata come Campioni d’Italia dopo gli anni durissimi del conflitto mondiale, ma che si trasformò in un caso nazionale. Quasi un secolo dopo, il docufilm si chiede: cosa c’era davvero dietro quella decisione? Attraverso testimonianze, documenti e ricostruzioni storiche, “Toro 1927 lo scudetto negato” accompagna lo spettatore in un viaggio dentro le ombre di quell’epoca. Un’indagine che punta a capire, restituendo al Toro e alla sua gente la complessità di una storia che va oltre il campo. L’evento di stasera sarà un talk di presentazione del docufilm. Saranno presenti MarcoMorelli di Popolo, nipote del giocatore della Torinese che, insieme a tutti gli altri, fondò il Torino Calcio al Norman, e Federico Molinario, nipote di Vittorio Staccione, campione d’Italia che morì nel campo di concentramento di Mauthausen.

In esclusiva, ai microfoni di Toro News, ha parlato Vittore Gaetini , l’autore del docufilm. “Avevo nel cuore la storia, mi è sempre piaciuta. Finalmente abbiamo terminato il docufilm, ci tenevo da matti, dietro c’è un anno e mezzo di lavoro. Dentro si parla del contesto culturale, di che cos’era il calcio in l’Italia a quell’epoca e di come il fascismo si è interessato ad esso”. Poi ha aggiunto: “Il docufilm nasce da un libro che ho letto una volta, scritto da Massimo Lunardelli, si chiama ‘Indagine sullo scudetto revocato al Torino nel 1927’, ho voluto approfondire… prima vinci lo scudetto, poi te lo tolgono e tu di punto in bianco non ci sei più. Non è giusto. Cinzano in tre anni ha vinto non solo il primo, ma anche il secondo scudetto… quello si potrebbe considerare un primo Grande Torino. Abbiamo voluto fare luce e rivendicare il ricordo con rispetto e gratitudine. È stato un lavoro di squadra e un gesto d’amore profondo nei confronti del Toro. Devo ringraziare tutti coloro che vi hanno preso parte: Massimo Lunardelli, Sergio Giuntini, Mauro Grimaldi, Marco Bonetto, Marco Morelli Di Popolo, Domenico Beccaria, Fernando Carnevale, Tony Kian e Flavio Sonetti, nipote di Nedo, l’ex mister granata. Senza di loro questo docufilm non sarebbe stato possibile. Il progetto si rivolge ai giovani, agli appassionati sportivi, a chi non sa e vuole approfondire… non per forza ai tifosi del Toro, anche se su loro c’è occhio di riguardo. Mi piacerebbe che venisse mostrato nelle scuole, che i giovani sappiano com’era il calcio una volta. Non era ricco, era sofferenza, era dolore. E magari potranno scoprire che cos’è il Toro. Io stesso dedico questo docufilm ai miei genitori, cuori granata”