Roma, 24 ottobre 2025 – È un dettaglio che non è sfuggito: il Louvre, da cui sono stati sottratti gioielli per un valore di 88 milioni di euro domenica mattina, ha cambiato il messaggio di benvenuto sul sito ufficiale: il “Fuggi al Louvre” è stato sostituito da un più sobrio “Museo del Louvre”. A notarlo, un giornalista del canale televisivo francese Bfmtv, Raphael Gabrly, secondo cui il museo ha introdotto la formula per la prima volta nel 2021. Per evitare ogni tipo di riferimento al furto e all’evasione in appena sette minuti, la direzione del Museo ha quindi deciso di cancellare il messaggio. Anche perché, nonostante i nuovi video recuperati dalle telecamere e i circa 150 prelievi di tracce di DNA annunciati dalla procuratrice di Parigi, Laure Beccuau, i quattro rapinatori sono ancora a piede libero. “I risultati [delle analisi, ndr] dei prossimi giorni […] apriranno delle piste, soprattutto se gli autori erano già schedati”, ha dichiarato la procuratrice, secondo cui, grazie alle telecamere di sicurezza, è stato possibile seguire la fuga dei ladri “attraverso Parigi e nei dipartimenti limitrofi”.

Gente in fila al Louvre, riaperto, e la parure della Regina Maria Amelia e della regina Ortensia rubate nello storico furto al museo parigino
Come colmare il silenzio delle indagini
Il silenzio sull’avanzamento delle indagini, intanto, lascia libero spazio a scherzi, notizie false ed emulazioni. Martedì 21 ottobre, un giovane di 22 anni ha provato a introdursi illegalmente al Mucem di Marsiglia, principale museo della città, ma è stato immediatamente fermato dalle forze di sicurezza. La foto di un passante vestito come il celebre detective Hercule Poirot, immortalato davanti a una volante della polizia, ha fatto reagire gli internauti, ironici all’idea che, in un tentativo disperato, gli investigatori francesi avessero tirato fuori dal cappello magico l’alter ego dell’investigatore degli anni Trenta creato da Agatha Christie.
Anche la pubblicità del fabbricante tedesco di montacarichi Böcker, la stessa marca di quello utilizzato dagli autori del furto, ha suscitato reazioni contrastanti in Francia: l’azienda ha condiviso una foto del Louvre con la scritta “Quando bisogna andare in fretta”.

I due slogan del Louvre a confronto, in uno screenshot del quotidiano Le Figaro
Parigi vs. Ministero della Cultura: la polemica intorno alla videosorveglianza
Al di là della goliardia e in assenza dell’arresto dei malfattori, i vari esponenti politici si rimpallano le responsabilità. Dopo l’audizione al Senato della direttrice del Louvre, Laurence des Cars, avvenuta giovedì 23 ottobre, durante la quale ha ammesso la carenza di telecamere sul lato sud del museo, la ministra della Cultura, nonché candidata alle prossime elezioni comunali a Parigi, Rachida Dati, ha accusato l’amministrazione attuale di Anne Hidalgo di aver lesinato troppo sulla videosorveglianza.

Visitatori in fila alla riapertura del museo Louvre (Ansa)
Accusa prontamente respinta al mittente: in un comunicato pubblicato ieri, il comune di Parigi ha reagito alle “false dichiarazioni della ministra della Cultura”. Secondo il Comune, infatti, la sicurezza degli edifici culturali nazionali, così come quelli appartenenti al patrimonio francese, dipendono direttamente dalla Prefettura e dai servizi dello Stato. “Il piano di videosorveglianza della Prefettura di Polizia di Parigi rientra nelle competenze della prefettura. È quest’ultima che ne assicura la gestione e la manutenzione”, precisa il Comune, che si limita a “contribuire al finanziamento” senza partecipare alle decisioni. Il caso, ormai noto in tutto il mondo, prende ora una piega politica, con possibili ripercussioni sulle prossime elezioni.