di
Andrea Laffranchi
Nel 2026 i concerti. Facchinetti: «Sembrava impossibile nel 1966»
Mai dire «mai più». I Pooh ci ripensano e tornano ancora una volta su un palco smentendo i loro propositi. E non è la prima volta. Nel 2009 c’era stato l’ultimo concerto con Stefano D’Orazio, batterista, anima manageriale e autore dei testi.
Quindi avevano deciso di proseguire in tre, Roby Facchinetti, Dodi Battaglia e Red Canzian. Nel 2016 c’era stata la reunion per celebrare i 50 anni di carriera: stadi e poi palazzetti, anche qui andando oltre l’annuncio iniziale di un saluto a San Siro, con il ritorno di D’Orazio e Riccardo Fogli richiamato in servizio dalla militanza anni Settanta.
«Abbiamo cambiato idea»
Dopo l’apparizione al Festival di Sanremo 2023 c’era stato un altro tour. E ora è la volta di «Pooh 60 – La nostra storia», una serie di 14 date nei palasport in calendario per il prossimo anno.
Ancora? Evita i giri di parole Dodi Battaglia. Non c’è bisogno di fingere o di inventarsi scuse e giustificazioni per i fan che pensavano di averli salutati per l’ultima volta: «Si cambia idea, è un segnale di intelligenza. Non diremo più, ce ne guardiamo bene, e forse porta anche sfortuna, “questo è il nostro ultimo tour”. Quello che abbiamo provato nelle nostre avventure soliste non vale un decimo di quello fatto insieme con i Pooh».
I quattro si ricordano ancora quando si è spenta l’ultima luce dell’ultimo show di quel tour del 2016. «Siamo scesi dal palco piangendo perché abbiamo avuto la consapevolezza che sarebbe finita lì la nostra storia insieme», confessa Roby Facchinetti. Rincara Dodi: «Uno dei momenti più brutti della carriera: ho visto il sipario vero, mi sono chiesto se mai avrei rivissuto quelle emozioni».
Non ci saranno canzoni nuove
Una reunion che, da sottotitolo, sarà una passeggiata lungo sei decenni con brani storici come «Piccola Katy», «Dammi solo un minuto», «Tanta voglia di lei», «Pensiero» e delle scenografie che riporteranno al passato. «Non ci sono brani inediti per scelta, non sono necessari per questa festa di compleanno anche perché è già difficile scegliere quali mettere in scaletta fra i 400 del repertorio che aggiungerne di nuovi sarebbe un problema» commenta Red Canzian. «E poi chi scriverebbe i testi ora che non ci sono più Negrini (primo batterista e a lungo autore ndr) e D’Orazio? Chi può entrare nella nostra poesia allo stesso modo?», sottolineano insieme Canzian e Facchinetti. Nei prossimi mesi il compleanno sarà festeggiato anche con operazioni sul catalogo: «Fra i progetti — la butta lì Canzian — potrebbe esserci un disco con altri cantanti che interpretano i nostri successi».
Riccardo Fogli sprizza entusiasmo: «Non siamo nonni. Anzi, io mi chiedo cosa faremo per il novantesimo…». E poi si lascia andare ai ricordi, a quando con Roby «cercavamo di mettere insieme duecento lire per un panino e dividevamo una stanza con un bagno in fondo al corridoio: per me lui è un fratellone».
Facchinetti è incredulo: «Nel 1966 sembrava impossibile arrivare a questo sessantennale, vendere 80 milioni di dischi e fare 3000 concerti. È stata una volata lunghissima e bellissima».
24 ottobre 2025 ( modifica il 24 ottobre 2025 | 19:36)
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