“Quando penso a Libero, la prima immagine che mi torna alla mente è lui al mio fianco, tra i banchi di scuola. Eravamo compagni di banco alle superiori, amici prima ancora di diventare adulti, prima che il cinema entrasse nelle nostre vite in modo così prepotente e totalizzante”.

Sono le parole di Alessio Maria Federici, regista di Libero – Sempre Comunque Mai, documentario presentato nella sezione “special screening” alla 20esima Festa del Cinema di Roma. 

Un documentario che vuole essere un viaggio attraverso la memoria, fatto di aneddoti, ricordi, fotografie condivise, parole mai dette e risate che sembrano ancora presenti: “Conoscevo Libero prima che diventasse ‘Libero De Rienzo’, prima del David di Donatello, prima di Santa Maradona, prima delle copertine e dei set. Lo conoscevo quando era solo un ragazzo curioso, sensibile, pieno di domande, spesso insofferente alle convenzioni, ma sempre autentico”, ha dichiarato il regista.

Il documentario parte da quel 10 aprile 2002, quando Libero, a 25 anni, riceveva il David di Donatello come miglior attore protagonista per Santa Maradona e punta a raccontare non solo la carriera ma, riprendendo le parole di Alessio Maria Federici, a “restituire la complessità, l’umanità e la bellezza di un uomo che ha scelto spesso strade tortuose, meno battute, per restare fedele a se stesso”.

Non un ritratto retorico, ma vivo, attraverso le parole di chi Libero lo ha conosciuto. Colleghi, registi, amici, lo raccontano: ci sono le voci di Paola Cortellesi, Michele Riondino, Claudio Santamaria, Marco Risi, Massimiliano Bruno, Andrea Sartoretti e molti altri che creano un intreccio di ricordi intensi. 

“Questo film è il nostro modo di non lasciarlo andare del tutto. Di restituirlo a chi non l’ha conosciuto e di ricordare, a chi l’ha amato, che Libero non può essere ridotto alla sua fine. Perché era – e resta – molto più grande della sua assenza”, ha concluso il regista.