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Pupazzoni giganti gonfiabili simili ai Labubu (avete presente i pupazzetti che spopolano sui social, tendenza pop di quest’estate, no?) pronti a rimbalzare sulle teste dei fan, fuochi d’artificio, coriandoli, un corpo di ballo pronto a scatenarsi e poi loro, i “ragazzi randagi” del k-pop, il sudcoreano, che stanno infrangendo un record dietro l’altro: è tutto pronto allo Stadio Olimpico per il concerto degli Stray Kids. Stasera la boy band di Seul da 11,3 miliardi di ascolti complessivi su Spotify grazie a hit come God’s Menu, Maniac e Thunderous, tutte presenti in scaletta, si esibirà nell’arena romana, diventando il primo gruppo coreano a conquistare l’Olimpico. Giornalisti e fotografi non ammessi all’evento, su precisa indicazione dell’entourage della boy band, iper attenta alla propria immagine pubblica e allergica alle critiche. Christopher “Bang” Chan, Lee “Know” Minho, Seo Changbin, Hwang Hyunjin, Han Jisung, Felix Lee, Kim Seungmin e Yang “I.N” Jeongin, questi i nomi degli otto componenti del gruppo, età compresa tra i 24 e i 27 anni, tra balletti su TikTok, video virali su Instagram e i videoclip ufficiali si sono costruiti un esercito di fan da quando, nel 2020, hanno iniziato a cantare anche in inglese con Double Knot e Levanter. Un esercito disposto a tutto per difendere Bang Chan e compagni, anche a scrivere lettere infuocate alle redazioni che “osano” criticare la loro musica.
APPROFONDIMENTI
Il concerto – È il lato oscuro del k-pop, che fa capolino anche nei testi delle loro canzoni, tra alienazione («Put on a mask, show the real me», «Metto una maschera, mostro il vero me», cantano in God’s Menu), ansia sociale («I’m stuck inside this hellevator», «Sono intrappolato in questo ascensore infernale», da Hellevator), lotte interiori («The fame is a curse, feeling depressed», «La fama è una condanna, mi sento depresso», da Side Effects). A dimostrazione che non è tutto oro quello che luccica. Oltre 60 mila spettatori attesi da ogni parte d’Italia per lo show che vedrà la Capitale essere invasa, almeno per una notte, dagli eroi del k-pop. C’è chi per l’appuntamento all’Olimpico ha speso 462 euro per acquistare, oltre al biglietto, anche un braccialetto per accedere alle prove pomeridiane.
Ma senza incontrare Bang Chan, Know e soci. Loro, i “ragazzi randagi”, hanno detto di avere un rapporto complicato con la fama: «Non siamo diventati gli Stray Kids per essere celebrità – dissero nel 2022 ai Mama Awards, i premi della musica asiatica – ma per raccontare le storie: le nostre e le vostre».
Il tour – Il Dominate World Tour che chiuderà questa sera all’Olimpico è il tour k-pop, così come è definito il pop coreano, più seguito di sempre: oltre 2,2 milioni di spettatori in tutto per i 54 show. Il 12 luglio 2024 all’Ippodromo La Maura di Milano, quando gli Stray Kids passarono in Italia per presentare il loro ultimo album Giant, ad acclamare la boy band sudcoreana c’erano 66.110 spettatori. Ed è già attesa alle stelle per il nuovo album, Karma, appena annunciato: uscirà il 22 agosto e sarà il sesto della carriera degli Stray Kids, partita nel 2017.
I discografici della Jyp Entertainment, uno dei colossi del music biz coreano (ricavi 601,8 miliardi di won nel 2024, cioè 415,7 milioni di euro), per mettere i bastoni tra le ruote ai rivali della Big Hit Music che aveva lanciato i Bts, assemblarono gli Stray Kids praticamente in laboratorio. Lanciarono un reality show intitolato proprio Stray Kids (“ragazzi selvaggi”) per formare un nuovo gruppo: tra i vari rapper, cantanti e ballerini che si presentarono ai provini, furono scelti Bang Chan, Know, Changbin, Hyunjin, Han, Felix, Seungmin e I.N. C’era anche Woojin, che nel 2019 lasciò per «motivi personali»: non reggeva i ritmi e le pressioni dell’industria, tra le principali cause dei suicidi che hanno colpito il mondo del k-pop (da Moonbin, morto a 25 anni nel 2023, a Park Bo-ram, morta a 30 anni nel 2024). I compagni, invece, sono andati avanti come macchinette.
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