di
Alessandro Sala

Hanno destato preoccupazione le immagini di tre capodogli arenati su una spiaggia della prefettura di Chiba. Non si sa ancora se siano riconducibili all’evento sismico. Con l’ordine di evacuazione impossibile andarle a salvare

Destano preoccupazione in Giappone le immagini diffuse da un canale televisivo di tre balene spiaggiate sulla costa di Tateyama, nella prefettura di Chiba. Precisamente si tratta di tre capodogli. Il filmato è stato utilizzato durante la copertura live dell’emergenza tsunami seguita al terremoto registrato nella notte nella penisola russa di Kamtchatka. E per quello è stato immediato il collegamento con il sisma. Se lo spiaggiamento fosse confermato e fosse davvero riferibile alla giornata odierna – al momento non è stata possibile una verifica ulteriore, quelle diffuse sono le uniche immagini disponibili – la correlazione con il terremoto sarebbe comunque tutta da dimostrare. Gli esperti fanno notare, infatti, come non esista, in letteratura scientifica, una conferma di possibili relazioni tra spiaggiamenti e eventi sismici o meteorologici estremi. Le balene, oltretutto, tendono a vivere in acque pelagiche, cioè nelle profondità maggiori del mare aperto, dove anche un aumento del moto ondoso in superficie non avrebbe per loro particolari conseguenze. In ogni caso la visione delle immagini ha destato immediata preoccupazione nella popolazione, a cui in queste ore sono giunti appelli a mantenere la calma. 

Al netto delle conferme, se le tre balene restassero arenate sarebbe necessario avviare velocemente delle operazioni di soccorso, perché uno spiaggiamento prolungato si conclude quasi sempre con la morte degli animali. Ma dopo che è stato diramato l’allerta tsunami, la popolazione è stata invitata ad allontanarsi dalle zone costiere e quindi al momento non è possibile intervenire. Le evacuazioni sono iniziate quando si è iniziato a registrare un aumento di circa 30 centimetri del livello delle onde che raggiungevano Hokkaido, l’isola principale del Giappone, che fronteggia la Kamchatka. Un’altezza non particolarmente preoccupante, ma le autorità hanno adottato una linea di precauzione. La stessa Agenzia meteorologica giapponese ha invitato alla cautela, sottolineando che gli tsunami sono spesso imprevedibili e possono variare di intensità. Ma non sembra questo il caso.  



















































Proprio la limitata altezza delle creste è un ulteriore elemento che, per ora, non consente di stabilire un collegamento diretto tra l’evento sismico e lo spiaggiamento dei cetacei. I quali, come detto, nuotando a grande profondità – stanno regolarmente tra i 500 e i mille metri  –  di solito non subiscono conseguenze dai moti ondosi più impetuosi in superficie. Potrebbero esserne però in qualche modo teoricamente investite qualora si trovassero temporaneamente in acque più basse, magari durante la caccia. Ma l’entità delle onde al momento dello spiaggiamento non era forse tale da giustificare il  loro dirottamento. Peraltro sono anche animali che sanno immergersi con velocità, nonostante la necessità di emersioni regolari per poter respirare. Insomma, alla luce di tutti questi elementi potrebbe anche trattarsi di una coincidenza. Purtroppo gli spiaggiamenti avvengono anche a prescindere da grossi eventi atmosferici.  

Le prossime ore saranno in ogni caso decisive. Un aumento delle onde potrebbe contribuire al rialzo del livello di marea sulla battigia consentendo agli animali di liberarsi autonomamente. Ma bisogna vedere in quali condizioni si trovino, se abbiano ancora le forze per tornare al largo o se abbiano riportato ferite. Tutti elementi impossibili da accertare in queste ore concitate dell’emergenza. 

(notizia in aggiornamento…)

Per ricevere tutti gli aggiornamenti sul mondo degli animali
Iscrivetevi alla newsletter Animali

30 luglio 2025 ( modifica il 30 luglio 2025 | 12:38)