TORINO – Un lampo tricolore e la voglia di non sbagliare più. Nel ciclismo moderno, le seconde occasioni capitano sempre più di rado e lo sa bene Filippo Conca che, per ritagliarsi un nuovo posto nel WorldTour, ha dovuto andare a prendersi la maglia di campione italiano in estate. Il titolo nazionale conquistato con lo Swatt Club tra lo stupore di molti, le prime pedalate con la nuova maglia verde bianco e rossa e la grande voglia di dimostrare il suo valore dopo le parentesi non felici con Lotto e Q36.5.

Non tutto ha subito funzionato come voleva in queste prime uscite con la Jayco-AlUla, ma il ventisettenne lombardo sa di avere una grande chance di riscatto. Dal canto suo, la formazione australiana punta molto sul ragazzo che gli permette di avere ancora in casa la casacca di campione italiano che la scorsa stagione aveva portato con orgoglio Filippo Zana, trasferitosi ora alla Soudal-Quick Step.

Tour de Slovaquie 2025, Filippo Conca, Team Jayco-AlUlaAl Giro di Slovacchia, Conca (al rientro dopo il Covid) ha lavorato per la vittoria di Double

Tour de Slovaquie 2025, Filippo Conca, Team Jayco-AlUlaAl Giro di Slovacchia, Conca (al rientro dopo il Covid) ha lavorato per la vittoria di Double

Filippo, come riassumeresti questa pazza stagione?

E’ stato un anno davvero particolare, con tanti bassi e pochi alti. Non è filato tutto liscio come sembra, perché ho avuto molti stop per infortunio, di cui il primo già a febbraio per il ginocchio. Poi, un mese prima degli italiani, sono caduto durante il ritiro a Livigno perché ho centrato una marmotta in discesa. Ho perso una settimana di allenamenti e il percorso non è stato facile, però a Gorizia ho raddrizzato tutto quello che c’era da raddrizzare.

Com’è il ritorno nei professionisti?

Speravo in un finale di stagione più tranquillo, ma purtroppo dopo le prime due gare con la nuova squadra, ho preso il Covid a Plouay. Non mancava molto alla fine della stagione e bisognava scegliere se staccare un attimo o provarci lo stesso. Abbiamo anticipato un po’ i tempi e sono andato al Giro di Slovacchia. Lì ho fatto molta fatica, ma sono stato contento di essere stato utile alla squadra, tirando ogni giorno. Alla fine poi, abbiamo anche vinto la generale con Paul Double. Penso di aver dimostrato di poter fare quel tipo di lavoro. 

Ti è spiaciuto non correre il Lombardia?

E’ stata dura, ma è stato meglio così. Post Covid non ero ancora al meglio, soprattutto dal punto di vista del respiro, per cui abbiamo deciso di non forzare troppo. Mi sarebbe piaciuto essere al via della corsa di casa con la maglia di campione italiano, ma oggettivamente non ero competitivo.

Visite mediche Jayco AlUla, Irriba di Torino, FIlippo Conca (foto Matteo Secci)Abbiamo incontrato Conca a Torino, in occasione delle visite della Jayco AlUla (foto Matteo Secci)

Visite mediche Jayco AlUla, Irriba di Torino, FIlippo Conca (foto Matteo Secci)Abbiamo incontrato Conca a Torino, in occasione delle visite della Jayco AlUla (foto Matteo Secci)

Forse è proprio questa la prima lezione di questa tua nuova occasione, ovvero di non bruciare le tappe. Ti senti un Filippo più maturo di quello che approdò alla Lotto?

Senza dubbio. Allo stesso tempo ho la consapevolezza di essere un buon corridore, ma normale. Se sto bene e non ho problemi di salute, posso dare una grande mano alla squadra e lavorare per un capitano. Allo stesso tempo, quello che ho già visto qui alla Jayco-AlUla è che il lavoro da gregario viene valorizzato e, anche per il futuro, è un aspetto che motiva molto. In tante gare sicuramente, dovrò mettermi in testa a tirare, ma il bello è che avrò anche il mio spazio. Già in questo finale di stagione, se fossi stato in forma, avrei sicuramente avuto la possibilità di fare la mia corsa in qualche occasione.

Ci racconti il tuo percorso di purgatorio nello Swatt Club che ripercorre un po’ quello del tuo nuovo compagno Hellemose?

Io e Asbjorn ci conosciamo da cinque o sei anni, ovvero già da quando correvamo come under 23 e poi perché non viviamo distanti uno dall’altro. Alla fine, io avevo due scelte: o smettere o andare allo Swatt. Mi ero offerto a tantissime formazioni continental, ma nessuna si era interessata a prendermi. Visto che la squadra per la strada era già fatta, mi sono concentrato sul gravel e ho fatto le gare più importanti. E’ un ambiente che mi è piaciuto tanto, ma il mio sogno era di tornare sull’asfalto, fare il Giro d’Italia e, magari, vincere una tappa. Quello è stato il pallino che mi ha fatto capire che a 26 anni non potevo mollare.

Che cosa passava nella tua testa?

Sapevo di non essere un fenomeno, ma al tempo stesso di avere ancora margini di miglioramento. In questo mondo del ciclismo posso starci tranquillamente e avevo la certezza di poter andar più forte di almeno metà gruppo. Non era semplice ribaltare questa situazione, ma già dal novembre 2024 pensavo al campionato italiano come unica opportunità di mettermi in mostra e tornare nei professionisti. La famiglia e i pochi amici che ho sono stati di grande aiuto nei mesi di preparazione. Sono in un certo senso grato di aver vissuto una situazione così, perché mi ha fatto capire chi sono le persone che meritano il mio tempo e quali no.

Terzo posto a The Traka: rimasto senza squadra su strada, nel 2024 Conca si è dedicato al gravel (foto Swatt Club)

Terzo posto a The Traka: rimasto senza squadra su strada, nel 2024 Conca si è dedicato al gravel (foto Swatt Club)

Che meccanismo è scattato per raggiungere l’obiettivo tricolore?

Ci ho sempre creduto, sin dall’inverno. Due anni fa sono arrivato ottavo, facendo gli ultimi 20-25 chilometri di corsa tra i migliori che avevano fatto la differenza e il gruppo che inseguiva, composto da corridori come Ciccone e Ganna, quindi non proprio gli ultimi arrivati. Sono riuscito a stare nel mezzo, non riprendendo i primi per un nulla, per cui ho speso più di tutti, ma mi sono reso conto di avere gambe buone anche in un contesto così prestigioso. All’Italiano di quest’anno sono stato anche un po’ fortunato. Diversi corridori non c’erano perché avevano appena avuto il Covid o altri arrivavano stanchi dal Giro. Nelle settimane precedenti all’appuntamento, notavo queste cose, e acquistavo sempre più fiducia nelle mie possibilità.

Cosa ti ha convinto della proposta Jayco-AlUla?

Dopo il titolo italiano, il mio procuratore ha ricevuto alcune offerte interessanti, ma la prima scelta era la Jayco, perché conoscevo diverse persone tra staff e corridori. Tutti me ne hanno parlato bene, anche sulla prospettiva di lavorare in tranquillità, che era proprio quello che cercavo in questa nuova opportunità. Gli ultimi due anni su strada li ho vissuti abbastanza male, per cui avevo bisogno di un contesto come quello attuale. E’ un ambiente professionale, ma che ti mette a tuo agio per performare al 100 per cento.

Che cosa dice la tua vocina interiore per non ripetere gli errori che ti avevano portato quasi al ritiro?

Più che di errori, parlerei di occasioni mancate, perché ho avuto poche chances di fare la mia corsa negli ultimi anni. Però ci sta, se sei un gregario e i tuoi capitani vincono, il lavoro viene valorizzato. Viceversa, se la squadra raccoglie poco, magari non vieni apprezzato. Al netto della mia condizione, riuscire ad aiutare Double a trionfare in Slovacchia è stato un bel segnale.

Tre Valli Varesine 2025, Filippo ConcaIl tricolore di Conca in azione alla Tre Valli Varesine, ma la condizione non era all’altezza del Lombardia

Tre Valli Varesine 2025, Filippo ConcaIl tricolore di Conca in azione alla Tre Valli Varesine, ma la condizione non era all’altezza del Lombardia

Nel 2025 ti sei laureato campione italiano, nel 2026 a che cosa punti?

Ho bisogno di staccare per recuperare al meglio dagli acciacchi in vista della nuova stagione. L’inverno sarà fondamentale e, forse, oltre ai ritiri con la squadra, andrò al caldo per allenarmi con più costanza possibile. Con la squadra abbiamo cominciato a parlare e mi piacerebbe dare il mio contributo da subito, sia come gregario sia se capiterà qualche occasione magari già nelle gare spagnole di inizio stagione. A marzo e aprile soffro un po’ per le allergie di solito, ma l’augurio è di arrivare a maggio con una super condizione. Il Giro d’Italia è l’obiettivo per cui lavorerò duro.