Rincari in arrivo per i titolari delle 16,6 milioni di autovetture alimentate a gasolio in Italia: i calcoli Codacons. Allo Stato 450 milioni per tre anni
La misura inserita nella Manovra del governo relativa alle accise sui carburanti si tradurrà in rincari diffusi per i proprietari delle 16,6 milioni di autovetture alimentate a gasolio circolanti in Italia. A fare i calcoli, dal punto di vista dei consumatori, è stato il Codacons, dopo aver analizzato la bozza della manovra che prevede, appunto, da gennaio 2026 un incremento dell’accisa sul diesel per 4,05 centesimi di euro (e una contestuale diminuzione dello stesso importo per quelle sulla benzina, per un punto d’incontro a quota 67,2 centesimi al litro). Un simile aumento della tassazione, considerata anche l’Iva al 22% – spiega il Codacons – porterebbe un pieno di gasolio da 50 litri a costare 2,47 euro in più rispetto ad oggi, con un maggior esborso su base annua, ipotizzando due pieni al mese, di 59,3 euro ad autovettura.
Il diesel aumenta ma la «verde» non diminuisce
Ad essere interessate dalla misura sarebbero circa 16,6 milioni di automobili diesel sull’intero parco auto circolante italiano. Se si considera anche l’incremento da 1,5 centesimi scattato lo scorso maggio, il rincaro complessivo è pari a 3,38 euro a pieno, +81,1 euro all’anno. Un incremento a cui, peraltro, non corrisponderebbe una analoga riduzione per la benzina: come già osservato a maggio, quando l’accisa è aumentata di 1,5 centesimi di euro il prezzo del gasolio alla pompa è immediatamente salito, mentre per la «verde», pur in presenza di una riduzione dell’accisa da 1,5 centesimi, i ribassi sono stati minimi. Per tale motivo il Codacons ribadisce la richiesta al governo di inserire in Manovra controlli serrati sull’applicazione pratica della misura fiscale e sanzioni salatissime per chi non trasferirà ai distributori il taglio dell’accisa sulla benzina.
Maggiori entrate per lo Stato di 450 milioni
A fare i conti non è stato solo il Codacons, ovviamente, ma in primo luogo il governo. Nella relazione tecnica all’articolo 30 della Legge di Bilancio che accelera il riallineamento delle accise si legge che l’operazione vale 650 milioni all’anno a carico degli automobilisti. Molto più dell’operazione del maggio scorso che si tradusse, per le casse dell’erario, in 120 milioni di entrate aggiuntive, grazie al fatto che il gasolio è più utilizzato per la maggiore diffusione dei motori diesel rispetto a quelli a benzina: nel 2024, in Italia, sono state utilizzate 24 milioni di tonnellate di gasolio contro le 8,6 di benzina. In realtà le entrate reali per le casse dell’erario saranno inferiori a causa della sterilizzazione dell’allineamento per taxisti e autotrasportatori grazie al credito d’imposta: si stima che possano attestarsi a 450 milioni all’anno per il prossimo triennio e 270 milioni dal 2033.
25 ottobre 2025 ( modifica il 25 ottobre 2025 | 08:36)
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