Il pianeta, denominato GJ 251 c è quattro volte più grande della Terra e orbita intorno a una nana rossa. La prudenza degli scienziati: «Essere in una zona abitabile non significa essere abitabile»
Una nuova «super-Terra» a meno di 20 anni luce dal Sistema solare riaccende l’entusiasmo degli astronomi nella ricerca di pianeti potenzialmente abitabili. Si chiama GJ 251 c, orbita attorno a una stella nana rossa nella costellazione della Lince e si trova nella cosiddetta «zona abitabile», la regione in cui le temperature potrebbero consentire la presenza di acqua liquida sulla superficie.
La scoperta è stata annunciata da un team internazionale di ricercatori che ha utilizzato due tra gli spettrografi più avanzati al mondo: l’Habitable-Zone Planet Finder (sul telescopio Hobby-Eberly in Texas) e Nieid, installato al Kitt Peak National Observatory in Arizona. L’analisi combinata dei dati ha rivelato le minuscole oscillazioni della stella causate dall’attrazione gravitazionale di un pianeta di circa quattro masse terrestri, con un’orbita di 54 giorni.
GJ 251 c è un mondo roccioso che riceve dalla sua stella una quantità di energia paragonabile a quella che il nostro pianeta riceve dal Sole. In teoria, dunque, la sua superficie potrebbe mantenere temperature compatibili con l’esistenza di acqua allo stato liquido, ingrediente essenziale per la vita come la conosciamo.
La sua distanza, appena 18,2 anni luce, la rende uno degli obiettivi più promettenti per le future osservazioni atmosferiche con telescopi di nuova generazione. Tuttavia, gli stessi scienziati invitano alla prudenza: essere nella zona abitabile non significa essere abitabile.
Le stelle nane rosse, come GJ 251, sono note per la loro instabilità: potenti brillamenti e intense emissioni di radiazione ultravioletta possono «spogliare» i pianeti vicini della loro atmosfera, rendendo difficile lo sviluppo o la sopravvivenza di eventuali forme di vita. Inoltre, al momento non disponiamo di osservazioni dirette dell’atmosfera di GJ 251 c: non sappiamo se esista, né se contenga gas come ossigeno, anidride carbonica o vapore acqueo.
Questa scoperta, pubblicata su The Astronomical Journal, si inserisce in un quadro più ampio di ricerche dedicate ai mondi «terrestri» extrasolari. Negli ultimi anni, infatti, diversi pianeti simili hanno attirato l’attenzione della comunità scientifica. Tra i più noti c’è Proxima Centauri b, a soli 4,2 anni luce, anch’esso nella zona abitabile della sua stella madre, ma esposto a forti tempeste stellari. LHS 1140 b, scoperto nel 2017, è una super-Terra nella costellazione della Balena, con buone probabilità di mantenere un’atmosfera stabile. Ancora più affascinante è il sistema Trappist-1, con ben sette pianeti di dimensioni terrestri, tre dei quali si trovano nella zona abitabile.
Tutti questi mondi rappresentano laboratori naturali per studiare le condizioni che rendono possibile la vita nell’Universo, ma nessuno, almeno per ora , mostra prove dirette della sua presenza. Gli attuali strumenti, incluso il James Webb Space Telescope, possono analizzare l’atmosfera solo di pianeti più grandi o più vicini alla loro stella. Saranno necessari telescopi ancora più potenti per osservare direttamente la luce riflessa da mondi come GJ 251 c e scoprire eventuali «biofirme», tracce chimiche compatibili con la vita.
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25 ottobre 2025
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