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Redazione Roma
Vengono promossi «il riconoscimento e l’accompagnamento delle persone omoaffettive e transgender, così come dei loro genitori, che già appartengono alla comunità cristiana». Ruoli di maggior peso per le donne
Un passo inaspettato il documento approvato oggi dall’assemblea sinodale della Chiesa italiana, che dopo quattro anni di lavori promuove l’inclusione e l’accompagnamento delle persone Lgbtq+. Tra le proposte approvate si legge che «le Chiese locali, superando l’atteggiamento discriminatorio a volte diffuso negli ambienti ecclesiali e nella società, si impegnino a promuovere il riconoscimento e l’accompagnamento delle persone omoaffettive e transgender, così come dei loro genitori, che già appartengono alla comunità cristiana».
«Prossimità verso chi è ferito e discriminato»
La Chiesa Italiana viene inoltre invitata a «sostenere con la preghiera e la riflessione le Giornate, promosse dalla società civile per contrastare ogni forma di violenza e manifestare prossimità verso chi è ferito e discriminato. La raccomandazione è quella di aprirsi verso le iniziative contro la violenza e la discriminazione di genere, la pedofilia, il bullismo, il femminicidio, l’omofobia e la transfobia.
Il briefing conclusivo frutto di un impegno congiunto
Un testo lungo e articolato, frutto di un lungo percorso di ascolto e di discernimento comunitario: il documento finale è stato preparato sulla base degli emendamenti emersi durante la seconda assemblea (31 marzo-3 aprile 2025) e successivamente elaborato attraverso un intenso impegno congiunto della presidenza della Cei, del Comitato del cammino sinodale, del Consiglio permanente, degli organismi della Cei e delle Regioni ecclesiastiche. Nel corso del briefing conclusivo, monsignor Erio Castellucci, presidente del Comitato nazionale del cammino sinodale, insieme a monsignor Valentino Bulgarelli, segretario del Comitato, e a Pierpaolo Triani, dello stesso organismo, ha spiegato che il documento «è frutto soprattutto del lavoro della seconda assemblea sinodale, con tantissimi emendamenti», e che si struttura attorno a tre grandi priorità.
Tre priorità: corresponsabilità, formazione, pace
«La prima – è stato precisato – è la corresponsabilità, che implica un rinnovo degli organismi ecclesiali e una guida più condivisa, con un maggior riconoscimento per le donne. Poi viene la formazione, essenziale per costruire comunità mature nella fede. Infine, la terza priorità, maturata soprattutto nell’ultimo anno, è la pace, tema molto sentito. Nel documento sono confluite tante proposte di pace, disarmo e assunzione di posizioni certe di fronte ai conflitti che ci stanno devastando».
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25 ottobre 2025 ( modifica il 25 ottobre 2025 | 16:43)
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