La ventesima edizione della Festa del cinema di Roma si conclude con la premiazione. Dopo dieci giorni di film, tappeti rossi, incontri ecco la cerimonia di chiusura ancora una volta condotta da Ema Stokholma.

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Teemu Nikki, Paola Cortellesi, Brian Selznick, Nadia Tereszkiewicz e William Oldroyd, i giurati della Festa di Roma

Teemu Nikki, Paola Cortellesi, Brian Selznick, Nadia Tereszkiewicz e William Oldroyd, i giurati della Festa di Roma (ansa)

La giuria guidata da Paola Cortellesi ha assegnato il premio principale al film Left handed girl di Shih-Ching Tsou. La regista ha mandato un video per ringraziare: “Questa è iniziata come una storia molto personale, ci ho messo 20 anni per portarla sulla schermo – ha detto la regista – voglio ringraziare la mia troupe e il cast taiwanese”. Un video anche da Nina Ye, la giovane protagonista: “So che il film uscirà a dicembre con il titolo La mia famiglia a Taipei portate le vostre famiglie a vederlo”. Un verdetto che la giuria ha definito all’unanimità e che ha visto anche tanto cinema italiano.

Il film vincitore della Festa di Roma 2025 è “La mia famiglia a Taipei”

di Arianna Finos

25 Ottobre 2025

“Abbiamo visto 18 film da 10 paesi in 7 lingue diverse – ha detto il giurato Brian Selznick – dai giorni nostri agli anni cinquanta attraverso i generi. Tutti i premi sono stati assegnati all’unanimità anche se non è stato facile”. Il Premio speciale della giuria va a tutto il cast del film 40 secondi di Vincenzo Alfieri. Che racconta la storia vera di Willy Monteiro, il giovane ucciso a Colleferro dopo un pestaggio brutale.

Vincenzo Alfieri: “Willy Monteiro vive in quei 40 secondi di coraggio”

Il Premio Monica Vitti per la miglior attrice “all’intensa e magnetica” Jasmine Trinca per Gli occhi degli altri ispirato al delitto Casati Stampa, caso di cronaca degli anni Settanta. “Pensavo di gestirla meglio – ha detto emozionata l’attrice sul palco – grazie alla troupe e al cast e al mio compagno, il più dolce Filippo Timi e al mio regista Andrea De Sica. Eravamo due bambini Andrea quando ci siamo conosciuti a scuola, chi ci avrebbe detto che saremmo stati qui ora. Grazie alla Festa e alle persone che ci lavorano. Abbiamo tutti la fortuna che il cinema ci costringe all’empatia, ad ascoltare la voce di una bambina uccisa a sei anni in Palestina (il riferimento è al film La voce di Hind Rajab, ndr) o quella di una donna che attraverso il proprio corpo cerca emancipazione. C’è un manifesto femminista a me molto caro che recita ‘Le strade sicure le fanno le donne che l’attraversano’, io vorrei cambiarlo in ‘Le vite libere le fanno le donne che ci attraversano’”.

Jasmine Trinca: “Il femminicidio nasce dal potere maschile che pensa di poter disporre di tutto”

di Chiara Ugolini

19 Ottobre 2025

Il Premio Vittorio Gassman al miglior attore è andato a Anson Boon per Good boy di Jan Komasa. Anson sul palco ha ringraziato tutti, “è un grande onore. Questo è un film veramente indipendente fatto con pochissimo denaro e molta passione. Dedico il premio al cinema indipendente”.

(ansa)

Il premio per la miglior sceneggiatura a The things you kill di Aresa Katami. La miglior regia è quella del regista cinese Wang Tong per Wild nights, tamed beasts. ll Gran premio della giuria va a Nino di Pauline Loquès. Il premio del pubblico è andato al documentario Roberto Rossellini, più di una vita di Ilaria de Laurentiis, Raffaele Brunetti, Andrea Paolo Massara.

(ansa)

“Sono stati giorni pieni di cinema – ha detto Ema Stokholma confermata conduttrice anche nell’edizione 2026 – io ne ho approfittato un sacco: ho visto storie di vampiri, pirati, drag queen e quella di una gallina. Ho visto la cronaca che diventa cinema, famiglie che sembrano normali ma invece non lo sono. Sono andata sola ma dentro sale piene di gente ho parlato con tutti come succede nelle migliori feste. Ho avuto anche una piccola cotta per il protagonista di un film. Ho capito che si chiama Festa perché siamo tutti invitati. Speriamo che siano tutti invitati nei luoghi dove si decide sul futuro del cinema affinché si possa festeggiare ancora”. E scatta l’applauso.

“Tienimi presente”, il film di Alberto Palmiero e il suo cane Johnny tra sogni e biografia

La miglior opera prima è stata giudicata Tienimi presente di Alberto Palmiero. Che sul palco ha detto: “Io le ho viste le opere prime erano bellissime, quindi grazie. Dedico il premio a tutte le persone che cercano il loro posto nel mondo”.

Una menzione speciale ai giovani protagonisti del film di James McAvoy California schemin’ Samuel Bottomley e Seamus McLean Ross che interpretano due ragazzi scozzesi che sognano di sfondare nell’hip hop. Il film è ispirata a una storia vera. Il miglior documentario è invece Cuba & Alaska di Yegor Troyanovsky. Il film racconta il lavoro delle dottoresse ucraine Yulia “Cuba” e Oleksandra “Alaska” che affrontano la guerra contro la Russia in prima linea con coraggio, umorismo e amicizia, sognando vite oltre il conflitto. Il regista e la protagonista non hanno potuto ritirare il premio “perché sono nell’esercito ucraino per difendere tutti noi”. Una menzione speciale va al documentario francese Il canto della foresta di Vincent Munier.