Firenze, 25 ottobre 2025 – Artemisia non fa più parte di D.i.Re. L’assemblea nazionale di Donne in Rete contro la violenza ha infatti votato l’espulsione dell’associazione, presente oggi con una delegazione del consiglio direttivo composta da Elena Baragli, Petra Filistrucchi, Annalisa Gordigiani, Maria Letizia D’Urzo e Simone Sbraci. La ragione? L’associazione di promozione sociale, presente da oltre trent’anni sul territorio di Firenze e della Città metropolitana, dove si occupa del contrasto ad ogni forma di violenza su donne, bambini e adolescenti e nella promozione dei loro diritti, primi fra tutti il diritto alla libertà, alla sicurezza, all’integrità, accetta anche soci uomini, come prevede il suo Statuto. Inaccettabile, evidentemente, per D.i.Re, di cui l’associazione fiorentina è tra le socie fondatrici.

Le motivazioni di D.i.Re

“Le donne dell’assemblea nazionale hanno deciso a maggioranza,  con 7 astensioni e nessun voto contrario, di non accogliere il ricorso di Artemisia e di procedere con l’espulsione”, dichiara Cristina Carelli, presidente D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza. “Artemisia ha scelto di aprire il corpo associativo agli uomini. Scelta legittima, ma in contrasto con lo Statuto di D.i.Re: tra i criteri per l’ammissione e il mantenimento dello status di socia di D.i.Re lo Statuto prevede che le organizzazioni devono essere di sole donne”, continua Carelli. “Non è stato né facile, né leggero il percorso che ci ha portate a questa decisione. Il nostro è un collettivo femminista, che si è costruito e continua a modellarsi attraverso il confronto. Questo è il metodo con cui possiamo guardare insieme al futuro, senza sradicare un’identità importante con una semplice presa d’atto”, conclude la presidente.

La delegazione di Artemisia a Roma

La delegazione di Artemisia a Roma

La posizione di Artemisia

“La maggioranza delle nostre socie – afferma invece Artemisia – ha deciso di riconoscere l’esistenza di un modello maschile positivo e ha scelto con coraggio perché donne e uomini siano impegnati insieme nella lotta alla violenza maschile e adulta, piuttosto che aderire alla proposta di una collaborazione con i movimenti di uomini, esterni e paralleli (ambassadors, membri di una sorta di advisory board, sostenitori, finanziatori…) sulla base di identità separate”. “Lavorando nelle scuole, accompagnando le donne in percorsi di uscita lunghi, vedendo crescere nel tempo dei processi o del i loro figli maschi – spiegano da Artemisia – abbiamo messo a fuoco con chiarezza il dovere e l’opportunità che abbiamo di riconoscere con loro che gli uomini non sono protagonisti “solo” come potenziali autori di violenze, che non sono rappresentanti di un genere che può solo ‘astenersi’ dal compiere azioni violente, ma che possono essere protagonisti positivi. Possono fare la differenza. Possiamo farla insieme”.

Nonostante l’espulsione, si legge nel post sul profilo Facebook di Artemisia, “il nostro impegno nel camminare insieme donne e uomini proseguirà più convinto di prima, aperto ad ogni confronto”. “Le femministe – prosegue l’associazione – hanno fatto la rivoluzione più importante della storia anche nel nostro paese: per le donne innanzitutto ma per la libertà di tutta la società. Crediamo che il femminismo attuale, cosiddetto della quarta ondata, si debba interrogare, si debba e si possa rinnovare nel segno del cambiamento che cerchiamo ancora”.

“Vogliamo un movimento unico, oceanico, cooperativo cui gli uomini partecipano non in quanto potenziali attori di violenza che si redimono pubblicamente – prosegue l’associazione – ma come uomini che prendono voce e posizione e che riconoscono che è affar loro, è affar nostro”.

“Noi non abbiamo smesso di credere che il cambiamento debba e possa cominciare da noi, come le pratiche che abbiamo appreso in tanti anni di femminismo. I regolamenti, le regole e gli statuti si possono cambiare, se cambiamo la nostra mentalità. Anche fuori da D.I.Re – conclude Artemisia – continueremo a camminare per un mondo libero dalla violenza”.

L’assessora Albanese: “Sostegno ad Artemisia”

“Sostegno ad Artemisia, realtà di immenso valore che da trentacinque anni è un punto di riferimento fondamentale nel contrasto alla violenza sulle donne e all’infanzia”. L’assessora alle Pari Opportunità del Comune di Firenze Benedetta Albanese è così intervenuta a fianco della storica associazione fiorentina. “Non entro nel merito delle ragioni della esclusione – ha aggiunto – ma ritengo che sia una grande perdita per la rete. Negli ultimi anni abbiamo condiviso con Artemisia e altre realtà fiorentine attive nel contrasto alla violenza l’importanza di rendere questo impegno di comunità, ossia a cui contribuisce e chiunque si posizioni senza se e senza ma dalla parte delle donne, certo per il rispetto delle donne che ne sono vittime lasciando alle professioniste il compito di intervenire con competenza e sensibilità. D’altra parte, se vogliamo un cambiamento culturale, dobbiamo coinvolgere l’intera comunità”, ha concluso l’assessora Albanese.