di
Ilaria Sacchettoni
L’europarlamentare Pd, candidato presidente della Regione Marche alle prossime elezioni, è indagato per corruzione. Alle 10.35 ha fatto il suo ingresso a bordo di una Jeep per essere interrogato
Cinque ore e mezzo. Tanto è durato l’interrogatorio di Matteo Ricci con i magistrati.
All’uscita un breve comunicato ai cronisti: «Ho risposto a ogni domanda, e ho raccontato tutto ciò che so. Rispetto ai fatti contestati e rispetto alla mia attività da sindaco, ho ribadito la mia assoluta estraneità ai fatti. E anzi ho apportato anche un contribuito ulteriore per l’accertamento della verità. Ringrazio quindi i magistrati per il loro lavoro, sono molto sereno e determinato e adesso torno a quello che ho sempre fatto: fare campagna elettorale tra la gente e per la gente».
L’arrivo di Matteo Ricci alla caserma della Finanza, dove ha sostenuto l’interrogatorio, è stato seguito da cronisti e cameramen. Si tratta di una strada fuori dal perimetro del centro storico tra gallerie commerciali e palazzine moderne.
I temi dell’interrogatorio
Ricci, in compagnia del suo avvocato, ha salutato e si è infilato all’interno alle dieci e trentacinque. Almeno tre i temi che ragionevolmente sono stati affrontati dalla pm Maria Letizia Fucci nel corso dell’interrogatorio.
Il primo riguarda la natura stessa di associazioni come Opera Maestra e Stella Polare alle quali Ricci (e il suo collaboratore Massimiliano Santini) avrebbero veicolato affidamenti diretti per manifestazioni e iniziative cittadine.
Secondo il (provvisorio) capo di imputazione della Procura quelle associazioni «erano state ideate e fondate come mero veicolo per l’assegnazione di affidamenti diretti e/o contributi pubblici con il conseguente vantaggio economico che ne derivava». In altre parole non vi fu selezione né altro ma solo l’accordo fuori norma per i pm tra due soggetti impegnati ad assicurarsi vantaggi reciproci (soldi i primi, popolarità il secondo).
Il ruolo del collaboratore Massimiliano Santini
Altro tema dell’interrogatorio i poteri assegnati a Santini stesso, una discrezionalità che confinava nell’ombra altre figure maggiormente titolate degli uffici amministrativi. Questo ci porta al cuore della questione ossia la delega ampia allo stesso Santini ad operare.
La delega conferita all’ex braccio destro a operare «consentendo in tal modo allo stesso Santini di veicolare le somme direttamente in favore dell’associazione culturale Opera Maestra facente capo a Stefano Esposto e da queste poi traferite in parte a Massimiliano Santini».
Matteo Ricci, dalla jeep che lo ha accompagnato all’entrata in caserma, aveva fatto il segno della vittoria, a significare forse che si sente molto sicuro di sé.
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30 luglio 2025 ( modifica il 30 luglio 2025 | 17:12)
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