Le reazioni
Le reazioni del mondo del ciclismo sono state tante, proprio perché Bonaldo aveva gareggiato con tanti team di livello in tutta l’area del Triveneto. Era conosciutissimo nell’ambiente, così come suo fratello Antonio, di cui era il primo tifoso. Spesso uscivano assieme in bicicletta, anche durante gli allenamenti. Sono stati tanti a salutarlo, a partire dal comitato provinciale della FCI, presieduto da Giorgio Dal Bo: «Era amato per talento, carattere e umanità». «Il giorno in cui Kevin si è sentito male io ero al Giro di Romagna – racconta invece il diesse del team padovano Franco Lampugnani. – È un dispiacere immenso: è mancato un ragazzo buono, solare e disponibile. Per la famiglia e per la grande famiglia del ciclismo è una grande perdita. Non era soltanto un atleta, era anche molto maturo per la sua età: anche se la sua carriera era tutta nel ciclismo, collaborava con l’azienda di famiglia e quindi conosceva il valore del lavoro». Appassionato di ciclismo fin da quando era bambino, il corridore aveva iniziato a gareggiare da G1 con la maglia dell’Unione Ciclistica Loria, per poi passare tra le fila dell’Unione Ciclistica Giorgione. Successivamente aveva vestito la maglia del Velo Club Bassano con cui, tra gli Allievi, aveva ottenuto un secondo posto nel Campionato Italiano a cronometro a squadre. Un risultato ripetuto tra gli Under 23, nel 2021, con il Team Qhubeka. Approdato alla SC Padovani Polo Cherry Bank quest’anno, dopo le esperienze maturate alla Zalf Euromobil Désirée Fior e alla Work Service, aveva ottenuto un quinto posto internazionale nella quarta tappa della Dookoła Mazowsza in Polonia, diventando un pilastro della formazione bianco-verde per il carattere e l’esperienza che lo contraddistinguevano, assieme al fratello Antonio, di cinque anni più giovane, presente alla Piccola Sanremo dove è avvenuto il dramma.