Un big del settore dei caschi come Lazer unisce le forze alla rinomata specialista di sistemi di comunicazione per moto e altre attività outdoor che prevedano caschi, la multinazionale americana Cardo, per debuttare insieme nel mondo del ciclismo con il Lazer Velovox.
L’oggetto della partnership è un dispositivo tecnologico che si prefigge di portare la connettività di gruppo e individuale a un livello superiore nel mondo della bici. Ridefinisce in poche parole quello che sinora si pensava su questo tipo di prodotti: da strumento per il viaggio o sport, può diventare un efficace compagno di tutti i giorni, a patto, semplicemente, di indossare un casco.
Abbiamo avuto l’opportunità di testare questo interfono ultracompatto, che rappresenta una vera e propria innovazione per chiunque indossi un casco da bicicletta. Un qualcosa di sempre desiderato da tanti ma mai idealizzato fino in fondo, per via di ostacoli tecnici, timori o perplessità che a questo giro sembrano quasi tutti spazzati via in un colpo solo.
Il Lazer Velovox è il frutto di un’accurata miniaturizzazione e di una progettazione mirata, che lo rende un accessorio maneggevole e leggero, molto più snello rispetto ai suoi ‘cugini’ motociclistici.
L’obiettivo ingegneristico era chiaro: offrire un dispositivo potente mantenendo un ingombro ridotto e una costruzione solida in plastica tecnica rinforzata, capace di bilanciare durabilità e leggerezza, rendendolo resistente per uso stradistico e fuoristradistico e con una certificazione IP54 sufficiente per urti e spruzzi d’acqua occasionali.
Connettività cellulare: una scelta coraggiosa
Non si parla di più Bluetooth e reti mesh. In moto infatti le distanze fra compagni di viaggio sono più aperte e c’è stato bisogno di gestire la necessità di connettere dispositivi il più lontani possibile, dove ogni radio faceva anche da ‘ponte’ per gli altri, tramite una trasmissione via etere e autonoma. Molto bello ma costoso, non sempre qualitativamente stabile, spesso ingombrante ed energivoro, con problemi ancora difficilmente risolti, se non a carissimo prezzo, sulla latenza. Anche con i più recenti Bluetooth 5.2 e lo standard Open Mesh che ha messo finalmente in contatto più brand, la storia in moto di questi device è ancora tutta da scrivere.
Su questo aspetto Cardo ha fatto una scelta di compattezza ed economicità, puntando su una tecnologia semplice e proprietaria. In sostanza, il Lazer Velovox comunica esclusivamente grazie a una apposita applicazione per IOS e Android, senza ingombri extra: è unica per i suoi clienti, agevolando quindi l’utilizzo di prodotti Cardo Systems anche per moto, sci, off-road e altre opzioni outdoor per sport con casco. La messa in opera è immediata: si aggiunge un nuovo dispositivo Bluetooth e, se si dispone di più di un Lazer Velovox, si crea un ‘gruppo’ unendo gli amici in prossimità per la pedalata del momento o per l’esigenza regolare. A quel punto, a differenza dei sistemi per moto, si può iniziare una chiamata di gruppo i cui partecipanti sono anche a diversi chilometri di distanza. La differenza la farà sempre e solo quindi la copertura di segnale 4/5G.
Sicurezza prima di tutto: l’ascolto ‘aperto’
Il presupposto fondamentale del Lazer Velovox è coniugare la comunicazione con la sicurezza stradale e ambientale. A differenza degli auricolari tradizionali, il sistema è progettato per non ostruire il condotto uditivo esterno. Il suono viene direzionato verso l’orecchio tramite un’architettura a speaker aperto, permettendo al ciclista di mantenere la consapevolezza situazionale completa. I rumori ambientali critici – dal traffico al fischio del vento, dagli avvisi dei pedoni ai segnali di pericolo – non vengono preclusi o mitigati, garantendo una pedalata in piena sicurezza e nel rispetto del codice della strada. Il Lazer Velovox quindi rispetta perfino il severo codice della strada svizzero: anche se trasmette suono a entrambe le orecchie, non si può proprio dire che “limiti significativamente la percezione acustica ambientale” in quanto gli altoparlanti sono del tutto esterni ai padiglioni auricolari.
Montaggio istantaneo e versatilità di trasferimento
Se gli interfoni per casco da moto sono noti per la loro installazione laboriosa, il Lazer Velovox inverte la tendenza. Il dispositivo è composto da due elementi analoghi e simmetrici che si fissano con estrema semplicità: un parallelepipedo piatto poco più largo ma più corto e sottile di un dito mignolo, dal peso di soli 20 grammi.
L’ancoraggio è universale, garantendo compatibilità totale: si fissa infatti su qualsiasi cinghia anteriore di un casco omologato da bicicletta. Non interferisce con gli occhiali ed è montabile su qualunque casco da adulti o bambini a condizione che il tratto di cinghia libero non sia inferiore ad almeno 6 centimetri.
Attraverso un design intelligente che impiega fessure asimmetriche fra di loro, l’interfono sfrutta l’attrito statico del suo lato posteriore su circa tre dita di lunghezza della cinghia per contribuire a un fissaggio saldo. Questa soluzione non solo elimina la necessità di modifiche strutturali al casco, ma rende l’installazione, la rimozione e il trasferimento tra caschi virtualmente istantanei, un fattore chiave per chi pratica discipline diverse o possiede più caschi.
Controllo tattile e integrazione senza distrazioni
Cardo ha sviluppato l’interfaccia utente pensando alla dinamicità della guida. Per tutelare la sicurezza, il sistema è progettato per essere gestito con una mano per volta o perfino senza mai togliere le mani dal manubrio. I comandi base – come la regolazione del volume, l’attivazione/disattivazione del microfono, la gestione delle chiamate in particolare e non da ultimo la gestione dei contenuti multimediali – sono accessibili tramite pulsanti ergonomici disposti sul corpo del dispositivo, due per lato. L’interfaccia offre un riscontro tattile e sonoro inequivocabile a comando regolarmente impartito, rendendo il Lzer Velovox pratico da usare anche quando si indossano guanti pesanti, riducendo al minimo ogni potenziale distrazione. Come accennato, grazie al Bluetooth Low Energy (BLE), il Lazer Velovox non è solo connesso con lo smartphone ma ‘dialoga’ anche con i comandi al manubrio Shimano Di2 o Steps.
Prestazioni audio: perfetta riproduzione e sottrazione del rumore
Il cuore tecnologico del Lazer Velovox risiede nella sua capacità di elaborazione audio. Il sistema sfrutta algoritmi DSP (Digital Signal Processing) maturi ereditati dal mondo motociclistico per la sottrazione digitale del rumore. Questi filtri sono essenziali per isolare la voce del ciclista in presenza di rumori ad alta intensità, come il vento ad alta velocità e il traffico.
Nei nostri test sul campo, la qualità della voce è risultata nitida e comprensibile, senza quelle distorsioni che trasformano la voce in un suono “robotico”. Anche l’ascolto di contenuti multimediali – musica, radio o podcast – ha fornito una resa pulita e sufficientemente dettagliata per accompagnare piacevolmente l’uscita, bilanciando la fruizione con la chiarezza delle comunicazioni in gruppo.
Il verdetto: ottimo anche in velocità, sia nella riproduzione che in chiamata
Abbiamo messo il dispositivo alla prova in scenari estremi: dalle discese ad alta velocità sui passi alpini, dove il vento è un fattore critico, ai tratti di traffico urbano intenso. Nelle discese rapide, il Lazer Velovox ha mantenuto una stabilità di connessione impeccabile, con gli interlocutori che riportavano una comprensione efficace della voce nonostante il frastuono aerodinamico. In città, l’efficacia del sistema di soppressione del rumore si è manifestata separando nettamente la voce del ciclista dal caos veicolare.
Cicloturismo, sport e avventura: l’alba di una nuova era?
Fermarsi (spesso nel posto sbagliato) prima di una svolta per aspettare gli altri e dare indicazioni potrebbe essere un lontano ricordo, sia fra amici che in contesti professionali. Per lo sport o il cicloturismo, la combinazione di elevata autonomia (dichiarata in 12h di stand-by), robustezza e integrazione con le app rendendono il Lazer Velovox spendibile in diversi contesti di gruppo, perché la connessione così semplice e versatile potrebbe perfino essere garantita ‘a noleggio’ vista l’estrema compattezza e semplicità di configurazione e messa in opera. Indubbiamente la mancata autonomia dalla rete mobile pesa per tutti quei contesti più distanti dalla civiltà, ma siccome la crescita dei cellulari offre periodicamente importanti sorprese, questo tipo di interfaccia è indubbiamente più che promettente. Si possono attendere quindi più che altro miglioramenti sul fronte dell’impermeabilità, ma la ‘base’ di partenza è davero notevole.
E se non c’è la compagnia? Valorizziamo la meditazione in movimento!
L’enorme autonomia di questo dispositivo consente, telefono permettendo, di godersi l’intrattenimento dal primo all’ultimo colpo di pedale. Musica dalla memoria interna o chiamata in vivavoce, i ciclisti solitari o i commuter immersi nella routine quotidiana potranno sfruttare la pedalata per ascoltare i propri contenuti preferiti come in auto — o per chiacchierare a lungo, visto che si tratta di un netto passo avanti rispetto a ogni precedente “cuffietta” che ostruiva almeno un orecchio.
L’affidabilità e la potenza garantite dal costruttore aprono poi scenari più creativi. Chi ama pedalare in solitudine sa bene quanto spesso la bici diventi un vero laboratorio mentale. Il movimento ritmico libera la mente dal rumore di fondo, creando lo spazio fertile in cui i pensieri più ostinati trovano finalmente forma. Il flusso sanguigno cerebrale aumenta, così come la neurogenesi — il rinnovamento dell’ippocampo, cruciale per memoria e apprendimento.
Un dispositivo del genere, unito alla funzione di registrazione del telefono o alle nuove Live AI, può davvero valorizzare il tempo della pedalata come momento di brainstorming. Sotto un leggero sforzo, le endorfine regalano un “picco di lucidità” che può rendere più produttivi e aiutare a fissare l’idea giusta. La combinazione tra un device simile e un assistente AI sempre connesso può ottimizzare processi mentali che, da fermi, forse non partirebbero nemmeno.
E, se proprio non abbiamo compagnia, quasi quasi si potrebbe perfino “valorizzare” il nuovo amico virtuale dell’intelligenza artificiale, sfruttando quel momento di sforzo in cui la mente vola. D’altronde, come disse Einstein: “Mir ist es eingefallen, während ich Fahrrad fuhr” — “mi è venuta in mente andando in bicicletta”, riferendosi alla teoria della relatività ristretta.
Ma il bello di un sistema così connesso è anche un altro: l’AI live può diventare una guida tascabile che racconta ciò che si attraversa, spiegando storia, geografia e curiosità del territorio in tempo reale, come un compagno di viaggio invisibile ma sempre presente. Immaginate di pedalare tra i filari toscani o lungo una via romana antica, mentre una voce discreta svela dettagli che solo un buon cicerone saprebbe notare.
Insomma, se le idee, le riflessioni e le intuizioni rischiano di perdersi nella frenesia quotidiana, questo dispositivo consente di coglierle mentre pedali, proprio come fece Einstein con la sua relatività. Almeno lui aveva una buona memoria per non dimenticarle una volta tornato a casa.
Ulteriori informazioni: https://www.lazersport.com/global/

