La favola nerissima e apocalittica del regista greco è la quarta collaborazione con l’attrice Emma Stone

Con l’ultimo «Bugonia», Yorgos Lanthimos ed Emma Stone arrivano alla quarta collaborazione, dopo film come «La favorita», «Povere creature!» e «Kinds of Kindness», che hanno dato loro successo, fama e tanti Oscar, con la star americana a fare da «garante» commerciale (qui è anche produttrice) del regista greco, che può quindi spingersi sempre più oltre nella contaminazione tra la sua autorialità e i dettami hollywoodiani

Come già nei precedenti, anche con «Bugonia» siamo di fronte a una sorta di ippocervo, a cui si aggiunge il fatto che è un remake di un titolo coreano del 2003 diretto da Jang Joon-hwan e ripresenta la coppia Stone/Plemons, già protagonista di uno degli episodi di «Kinds of Kindness», quando era alla prese con problemi d’identità e automenomazioni.

Due giovani, Teddy e suo cugino Donald, sono ossessionati dalle teorie del complotto. Teddy, in particolare, è convinto che le api che stanno scomparendo siano un presagio della fine del genere umano e che gli alieni si stiano già infiltrando tra noi. Per dimostrare la sua teoria, Teddy rapisce Michelle Fuller, l’amministratore delegato di una grande azienda farmaceutica, identificata come un’imperatrice aliena tramite un metodo che lui ritiene infallibile. Inizia un confronto duro, sia fisico che psicologico, tra Teddy e la prigioniera, che considera il suo rapitore un malato di mente. La situazione si complica ulteriormente quando inizia una vera e propria «battaglia mentale», che coinvolgerà anche la ragazza del rapitore e un investigatore privato che si unisce al caso.

Favola nerissima e apocalittica, al contempo piena di humor e raggelante, «Bugonia» è una parabola dolorosissima sul nostro tempo, in cui la definitiva «perdita di senso del reale» lascia fuori campo tutti i sentimenti possibili, per mettere al centro della scena l’unica cosa che (ci) resta: il corpo. É in questa dimensione che Lanthimos affonda la sua cinepresa: prima di essere un testa a testa tra due personaggi, è una sfida tra le dimensioni del potere, è la sostanza di una possibile (temibile e, nel finale, paradossale) verità. «Bugonia» è un film in cui nessuno crede in niente, se non nella propria necessità di salvezza, mentre tutto intorno ogni cosa si consuma troppo velocemente. Non restano nemmeno le lacrime, solo un’oscura risata come proscenio del nulla. 

Regia: Yorgos Lanthimos; Interpreti: Emma Stone, Jessie Plemons, Aidan Delbis; Sceneggiatura: Will Tracy; Fotografia: Robbie Ryan; Musiche: Jerskrin Fendrix; Montaggio: Giorgos Mauropsaridis; Distribuzione: Universal. USA – Corea del Sud – Irlanda, 2025, 120’.

A Firenze è in queste sale: Giunti Odeon, Principe, The Space, Uci.



















































24 ottobre 2025