Si riparte dagli investimenti. E dalle infrastrutture, materiali e immateriali. Perché, in chiave Sud, il dopo “Forum dell’economia del nuovo mondo” è un percorso in gran parte già tracciato che vede il Mezzogiorno sempre più centrale nelle dinamiche della crescita e dello sviluppo del Paese. Lo ha spiegato con chiarezza l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Stefano Antonio Donnarumma, sottolineando il peso degli investimenti del Gruppo in quest’area, tra risorse della programmazione ordinaria e quelle, straordinarie, del Pnrr. 

APPROFONDIMENTI

«Un ruolo fondamentale nel nostro piano è rappresentato dalle opere previste per il Sud Italia», ha detto Donnarumma riferendosi al Piano di investimenti da 100 miliardi in 5 anni (scadenza il 2029) che «procede con regolarità». E cioè: «Nel 2024 abbiamo investito oltre 17 miliardi di cui più di 10 sulla rete ferroviaria, quest’anno sulla rete siamo già a 11 miliardi investiti e supereremo i 18 miliardi di investimenti totali». A trainare gli investimenti del Gruppo FS è stato, appunto, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che ha visto Ferrovie come il principale appaltatore con oltre 25 miliardi di euro affidati. Molti di essi riguardano proprio il Sud, ovvero le tre linee dell’Alta velocità/capacità che finalmente arriverà anche oltre Napoli e Salerno, completando l’unità “ferroviaria” del Paese per troppo tempo rimasta solo un auspicio.

Mediterraneo, l’Italia protagonista della sfida per l’integrazione

«Per quanto riguarda la Napoli-Bari – ha specificato l’ad – nei prossimi mesi riusciremo a ridurre la percorrenza di 50 minuti ed entro il 2029 sarà possibile andare da Roma al capoluogo pugliese in 3 ore». Il riferimento dell’ad è alle tratte Cancello-Frasso e Napoli-Cancello che verranno attivate entro la fine del 2025 con la realizzazione dei primi 16,5 km della Napoli-Bari, con una riduzione del tempo di percorrenza complessivo tra i due capoluoghi regionali stimato in 2 ore e 40 minuti, 50 minuti in meno appunto rispetto ad adesso. Decisivo il passo in avanti compiuto a fine luglio scorso con il completamento della Galleria Casalnuovo sulla tratta Napoli-Cancello, realizzata da Webuild per conto di RFI (principale soggetto attuatore dei fondi Pnrr), primo caso di realizzazione in Italia con la tecnica iperbarica. Il cronoprogramma dell’opera coordinata dal commissario Fs Roberto Pagone, prevede altresì che dai primi mesi del 2026 i treni della nuova linea ferroviaria in costruzione arriveranno fino alla stazione Alta Velocità di Napoli Afragola (entro metà 2026, inoltre, dovrebbe essere ultimato anche il viadotto sul fiume Calore). Quest’ultima diventerà a regime un hub strategico per il collegamento tra Nord e Sud e tra il sistema di trasporti regionale e nazionale. Entreranno inoltre in funzione anche le nuove stazioni di Acerra e Casalnuovo, consentendo di incrementare l’accessibilità al sistema ad alta velocità per un vasto territorio dell’area metropolitana di Napoli compreso tra le città di Casoria, Casalnuovo, Afragola, Caivano e Acerra. In totale, la futura linea dell’alta velocità tra Napoli e Bari avrà una lunghezza di 145 km di nuova ferrovia, con 15 nuove gallerie e 25 viadotti e servirà 20 tra stazioni e fermate lungo il tracciato. Per la Salerno-Reggio Calabria «entro il 2030 il percorso tra le due città sarà ridotto di un’ora” ha confermato Donnarumma, mentre in Sicilia proseguono i lavori per la linea Palermo-Catania, sempre ad Alta velocità/capacità che «garantirà un’ora di percorrenza in meno tra le due città con benefici sensibili per tutto l’anello ferroviario siciliano dove sono stati previsti investimenti per alcuni miliardi», ha spiegato Donnarumma. 

INNOVAZIONE TECNOLOGICA

Alta velocità/capacità ferroviaria, ma non solo. Al Sud sono arrivati anche le risorse destinate all’installazione dell’avanzato sistema ERTMS (European Rail Transport Management System) che ha interessato in tutta Italia 1.400 chilometri di rete, secondo quanto previsto dalla misura 1.4 della missione del Pnrr per lo sviluppo del sistema europeo di gestione del trasporto ferroviario. L’intervento è finanziato con 2,5 miliardi di euro provenienti da fondi Pnrr e interesserà complessivamente circa 2.800 chilometri di rete da ultimare entro giugno 2026, in coerenza con l’obiettivo strategico di estendere la tecnologia ERTMS, già adottata sulle linee alta velocità, all’intera rete gestita da RFI. Gli interventi di upgrade tecnologico appena conclusi rappresentano un esempio tangibile dei benefici derivanti dai 1.200 cantieri attivi ogni giorno e dal numero crescente di interruzioni degli ultimi anni, passate dalle 160mila del 2023 alle 345mila previste per il 2025. Sono 21 le linee o tratti di linee ad aver beneficiato dell’attrezzaggio ERTMS, su complessivi 1.489 chilometri, tra cui una decina al Sud, Sicilia e Sardegna comprese.