di
Maria Giovanna Faiella

Anziani e persone «fragili» per patologie, come quelle cardiovascolari o respiratorie, diabete o tumori, hanno diritto a vaccinarsi per proteggersi contro forme gravi della malattia. Vaccinarsi serve a evitare il contagio?

Se soffrite di diabete, malattie cardiovascolari o respiratorie, oppure siete in cura per un tumore, sappiate che è un vostro diritto vaccinarvi gratuitamente per «proteggervi» da malattie infettive quali influenza, Covid-19, infezioni da pneumococco, herpes zoster (o «Fuoco di Sant’Antonio»). 
La vaccinazione, infatti, è raccomandata e offerta attivamente dal Servizio sanitario nazionale, in base a evidenze scientifiche, non solo agli anziani ma anche a gruppi di popolazione «fragili» di qualsiasi età, cioè con patologie croniche o condizioni che espongono a un maggior rischio di complicanze gravi (a volte fatali), se s’infettano. 
Ma quali sono i vaccini consigliati e a chi

Influenza in arrivo: a chi è consigliato vaccinarsi

Partiamo dalla «classica» vaccinazione antinfluenzale. Come ogni anno, il ministero della Salute ha pubblicato la Circolare con le indicazioni per la prevenzione e il controllo dell’influenza nella stagione 2025-2026», raccomandando (senza obbligo) il vaccino «in via preferenziale» agli over 60, a persone di ogni età che hanno malattie croniche come quelle cardiovascolari e respiratorie, tumori, diabete o asma, o in condizioni che indeboliscono il sistema immunitario (nonché a donne in gravidanza, bambini tra i 6 mesi e i 6 anni, operatori sanitari ndr).



















































Perché l’influenza non è «banale»

Perché a chi è «fragile» per età o patologia è consigliato vaccinarsi? Lo spiega lo stesso documento ministeriale: «La vaccinazione è la forma più efficace di prevenzione dell’influenza e delle sue complicanze», tra cui «polmonite, miocardite ed encefalite, che possono portare al decesso».
«L’influenza non è una malattia banale — ripete una volta di più il direttore del Dipartimento di prevenzione all’Asl di Taranto e docente di Igiene all’Università di Bari (sede di Taranto), Michele Conversano, presidente del Comitato tecnico-scientifico di HappyAgeing (Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo) —. Può esserlo se la prendiamo a 20-30 anni e stiamo bene, ma non dopo i 60 anni soprattutto se abbiamo una malattia cronica come una cardiopatia o broncopatia, diabete, ipertensione, o usiamo farmaci che riducono le normali difese immunitarie
Con l’avanzare dell’età, poi, anche un adulto in buona salute non ha più lo stesso sistema immunitario efficiente che aveva da ragazzo, poiché col cosiddetto fenomeno dell’immunosenescenza, subentra una fragilità fisiologica». 

Vaccino contro pneumococco e altre malattie infettive

Non a caso il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2023-2025 (col Calendario nazionale vaccinale) raccomanda altri vaccini a chi è «fragile» per età o patologia, gli stessi citati nella circolare ministeriale sull’influenza, come ricorda Conversano: «Nel paragrafo sulla co-somministrazione si sottolinea che vaccinarsi contro l’influenza è “un’occasione opportuna” per fare simultaneamente altre vaccinazioni (in sedi e con siringhe diverse) ovvero quelle contro le malattie da pneumococco e contro l’Herpes Zosterche si fanno solo una volta nella vita – e, ogni 10 anni, il richiamo contro difterite, tetano, pertosse (anti-dTpa), malattie che possono essere devastanti per gli anziani». 

Herpes Zoster( Fuoco S. Antonio): vaccino gratis pure per under 65 

Va ricordato che l’offerta gratuita del vaccino contro l’Herpes zoster, oltre agli ultra 65enni, col Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2023-2025 è stata estesa ai soggetti a rischio (dai 18 anni in su) per patologia o condizioni, per esempio recidive o forme particolarmente gravi della malattia. 

Covid: a chi è raccomandato il richiamo, perché e quando farlo

Quanto al vaccino anti-Covid, come indica la relativa circolare del ministero della Salute, è fortemente raccomandato il richiamo (gratuito) per i più esposti a serie complicanze, cioè over 60 e persone con elevata fragilità (ne abbiamo parlato qui). 
Spiega il dottor Conversano: «Il virus Sars-CoV-2 si sta adattando all’essere umano ma rimane pericoloso per le persone vulnerabili (come succede per altri virus), per cui è bene vaccinarsi per proteggersi contro forme gravi della malattia. Si consiglia di farlo insieme al vaccino antinfluenzale e a quello contro il Virus respiratorio sinciziale». 

Vaccinazione simultanea per influenza, Covid e RSV

Quando vaccinarsi contro l’influenza? Si può farlo insieme ad altri vaccini? Spiega il dottor Conversano: «L’ideale sarebbe vaccinarsi nel periodo autunnale contro influenza, Covid e RSV-Virus Respiratorio Sinciziale: la loro somministrazione simultanea è indicata nella circolare ministeriale sull’influenza. A oggi, però, il vaccino anti-RSV, non ancora nel Calendario vaccinale nazionale, è disponibile solo in qualche Regione. Quindi, l’auspicio è che sia presto inserito nei Livelli essenziali di assistenza (Lea), perché sia un diritto per tutti gli anziani e “fragili” a rischio di malattia grave. Le altre vaccinazioni consigliate agli anziani dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale, come anti-herpes zoster e anti-pneumococcica, che si fanno solo una volta nella vita, andrebbero invece destagionalizzate, cioè pianificate durante l’anno».

Percezione del rischio bassa anche tra i vulnerabili

Oggi la percezione del rischio rimane bassa anche tra i più vulnerabili, come dimostrano i dati di copertura vaccinale per l’influenza nella stagione 2024-25, diffusi a settembre dal ministero della Salute. «Avere un’Anagrafe vaccinale nazionale dell’adulto e dell’anziano, aggiornata in tempo reale, consentirebbe di capire se in una Regione o Comune le persone che hanno diritto a vaccinarsi non lo stanno facendo, quindi di intervenire» fa notare il presidente del Comitato tecnico-scientifico di HappyAging. «Ci sono strumenti efficaci per indurre chi rischia di più a vaccinarsi, per esempio un maggiore coinvolgimento dei medici di medicina generale, chiamata attiva degli assistiti, facilitare l’accesso e la prossimità dei punti di somministrazione. Si è visto che, se l’anziano è chiamato dalla Asl o, meglio, dal medico di famiglia, la risposta è molto più alta: mandare un messaggio, che ricorda l’appuntamento, fa aumentare la copertura vaccinale tra l’11 e il 14%». 

Vaccinarsi serve a evitare il contagio?

Vaccinarsi serve a evitare il contagio? «Tanti dicono: “Ho fatto il vaccino contro l’influenza, ma mi sono ammalato lo stesso”: può capitare, ma si evitano gravi conseguenze» dice l’esperto. «Potrebbero essere anche altri virus che circolano nel periodo invernale, come Vrs o Sars-CoV-2. Un motivo in più per fare tutti i vaccini raccomandati» sottolinea Conversano.

L’obiettivo: invecchiare in buona salute

La speranza di vita alla nascita è aumentata ma, come spiega Giancarlo Icardi, che coordina il Comitato scientifico della Società Italiana di Igiene ed è direttore di Igiene al Policlinico San Martino Irccs nonché professore di Igiene all’Università di Genova: «Spesso ci troviamo di fronte a un paradosso, cioè si vive di più, ma un certo numero di anni della nostra vita avanzata la trascorriamo in cattiva salute. L’obiettivo, quindi, è invecchiare bene: per questo è fondamentale la prevenzione, che non va considerata una spesa ma un investimento. Sappiamo, infatti, che un euro investito in prevenzione genera un ritorno economico e sociale molto elevato: studi hanno quantificato questo ritorno in almeno 10 euro considerando solo i risparmi sanitari, e fino a 40 euro se si includono vite salvate, minori disabilità a lungo termine ecc. Dal punto di vista sanitario, le vaccinazioni sono il cardine della prevenzione: aiutano a evitare il più possibile le gravi conseguenze di malattie che incidono sulla salute di anziani e “fragili”» conclude Icardi.

25 ottobre 2025