di
Marco Bonarrigo
A due settimane dall’annuncio del ritiro, Elia Viviani trionfa nell’Inseguimento ai Mondiali di ciclismo su pista in corso in Cile
Il più bell’addio, il più bel finale di carriera della storia del ciclismo italiano e forse non solo del ciclismo. Nell’ultima mezz’ora di un percorso lungo mezzo milione di chilometri tra strada e pista, tra gioie e cadute, a 36 anni Elia Viviani ha vinto al velodromo di Santiago del Cile il titolo mondiale dell’Eliminazione, la corsa più amata. L’ha vinto alla grandissima, mettendo fuori corsa volata dopo volata tutti gli avversari e da ultimo il neozelandese Campbell Stewart che gli aveva negato l’argento nell’Omnium ai Giochi di Parigi.
Il curriculum del veronese, portabandiera olimpico proprio a Parigi, è senza pari: oro, argento e bronzo in tre diverse edizioni dei Giochi, tre ori, due argenti e cinque bronzi ai Mondiali oltre a un titolo europeo e a tappe in tutti i tre grandi giri su strada.
Pioniere assoluto della pista azzurra in tempi (il 2012 o giù di lì) in cui certi manager di certe squadre avrebbero tagliato le gambe ai loro corridori pur di non cederli alla Nazionale. Elia Viviani aveva debuttato tra i professionisti nel lontano 2010, con la maglia della Liquigas ma la sua prima medaglia in pista è quella di bronzo conquistata da juniores ai Mondiali di Gand del 2006. Resterà nel ciclismo con un ruolo da manager.
26 ottobre 2025 ( modifica il 26 ottobre 2025 | 19:23)
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