La diffidenza verso i vaccini sta cominciando a mietere vittime in Inghilterra: nei giorni scorsi un bambino è morto di morbillo a Liverpool, il secondo caso fatale in due anni. In quello stesso ospedale dove il piccolo è deceduto, ci sono altri 16 bambini ricoverati in condizioni gravi, sempre per il morbillo: le autorità del Merseyside, la regione di Liverpool, temono di essere sull’orlo di un’epidemia fuori controllo. Purtroppo, quello che sta accadendo non è un caso: Liverpool è il posto con il più basso tasso di vaccinazione fuori Londra, appena il 73%, contro una media nazionale dell’84%. In Gran Bretagna non esiste alcun obbligo vaccinale, solo raccomandazioni da parte delle autorità sanitarie: neppure durante il Covid era stata imposta la vaccinazione obbligatoria (d’altronde, questo è un Paese che va fiero delle sue tradizioni liberali, dove non esistono carte d’identità e la polizia non ti ferma per chiederti i documenti, figuriamoci introdurre trattamenti sanitari obbligatori).
Ma la conseguenza di tutto ciò, in un’epoca di fake news, è la diffusione di atteggiamenti no vax: il tasso di vaccinazione è andato scendendo nell’ultimo decennio e dopo la pandemia nessuno dei vaccini per bambini ha raggiunto più l’obiettivo del 95%, che è la soglia considerata necessaria. Qualcosa di simile sta accadendo negli Stati Uniti, dove quest’anno si è registrato il più alto numero di casi di morbillo dal 2000: ma lì c’è addirittura un no vax, Robert Kennedy jr., come ministro della Sanità. In Inghilterra, il record negativo va ad alcune zone di Londra dove la vaccinazione è scesa sotto il 65%: sono i quartieri a più alta densità di minoranze etniche, presso le quali è radicata una storica diffidenza verso i vaccini, dipinti come un complotto dei bianchi per minare la salute delle persone di colore. Fantasie, ovviamente, ma che assieme a tutte le altre teorie cospirazioniste stanno facendo vittime nel mondo reale. In nome di quei bambini, mai abbassare la guardia.
14 luglio 2025
© RIPRODUZIONE RISERVATA