Non riesce più a ricevere un particolare collirio salvavita realizzato col suo stesso sangue perché l’ambulatorio in cui è in cura ha improvvisamente chiuso lasciandola senza una alternativa. È il calvario di una paziente di 56 anni affetta dalla sindrome di Sjogren, una malattia autoimmune silenziosa che comporta gravi complicazioni renali, oculistiche e linfomatose, oltre a una dolorosa fibromialgia. La donna da tre anni è in cura al Policlinico, nel reparto di Oculistica delocalizzato dall’ospedale di via del Vespro e ormai ospitato a Villa Belmonte.
L’ambulatorio in cui è in cura, quello dedicato all’occhio secco, è stato sospeso lasciando la paziente e molti altri nella sua stessa situazione senza terapia. “Sono in attesa di aderire a un protocollo terapeutico sperimentale a Udine – racconta a PalermoToday – ma intanto per vivere ho bisogno di farmaci specifici e una terapia oculistica altamente personalizzata. Da due anni vado a Villa Belmonte per i controlli periodici programmati. Ho due piani terapeutici fondamentali per la mia salute, che mi permettono di poter gestire la malattia”.
Adesso il laboratorio deputato alla preparazione del collirio “autologo” è fermo. “L’ambulatorio non è più attivo – dice – ma nessuna comunicazione preventiva, nessuna alternativa, solo facce indifferenti che scrollano le spalle. Mi dicono che mi chiameranno quando riaprirà, ma senza una minima indicazione di tempi. Intanto io devo restare senza i miei farmaci? Non una parola di scuse, non una soluzione. Solo silenzio e rimpallo di responsabilità. E la mia salute, come quella di tanti altri, lasciata in balia del nulla. Chi ha bisogno resta in attesa, come se la propria salute fosse un optional”.
Il Policlinico resterebbe l’unico centro addetto alla preparazione di questo genere di colliri. “Questa non è solo disorganizzazione – denuncia la paziente -. È una totale mancanza di rispetto verso le persone, verso chi sta male e ha bisogno. È un sistema che abbandona, umilia, costringe a elemosinare cure, tutto questo è inaccettabile. Una sanità che non riesce neanche a garantire continuità terapeutica a chi ha patologie serie non è solo inefficiente: è disumana. La freddezza di chi allarga le braccia invece di assumersi responsabilità, sono lo specchio di un sistema alla deriva”.
Dal Policlinico fanno sapere che: “L’ambulatorio ha subito una breve interruzione dell’attività a causa di una riorganizzazione interna necessaria per migliorare i servizi offerti ai nostri pazienti. Adesso è nuovamente operativo e pronto a ricevere i pazienti. Ci scusiamo per eventuali disagi arrecati durante il periodo di chiusura e ringraziamo tutti per la comprensione e la fiducia riposta nel nostro servizio. Si puntualizza che si tratta di un ambulatorio di secondo livello, progettato per trattare casi specifici e complessi che richiedono una valutazione specialistica. Pertanto, l’accesso avviene esclusivamente dopo una visita generale oftalmologica, durante la quale il medico stabilirà se sia necessario un ulteriore approfondimento presso il servizio dedicato. In caso di situazioni urgenti o di sintomi acuti, è fondamentale rivolgersi tempestivamente al pronto soccorso oftalmologico, dove personale specializzato è in grado di gestire le emergenze e garantire le cure adeguate”.