Qualcuna tornava da lavoro. Altre erano appena uscite di casa e stavano andando a prendere la macchina parcheggiata o camminavano, di prima mattina. Tutte erano sole. E tutte sono state aggredite e prese a calci da uno sconosciuto. Non portava via nulla, non le derubava e non diceva niente: lasciava solo dietro di sé una scia di violenza.

Sette aggressioni in meno di due mesi, tra il 13 agosto e il 5 ottobre quando in mezz’ora l’uomo era riuscito a colpire quattro donne diverse. E a una di loro, con un calcio sferrato in pieno viso, ha rotto il setto nasale.

Donne colpite a calci in strada senza motivo

In carcere, a San Vittore, è finito un uomo di 23 anni, originario del Senegal. Gli agenti del commissariato di Garibaldi-Venezia hanno dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare in carcere: il 23enne è accusato di aver messo a segno almeno sette aggressioni. Ma le vittime potrebbero anche essere di più.

Il primo episodio si è registrato in estate. Il 13 agosto, in pieno giorno, alle 13.30, una donna viene colpita con diversi calci alle caviglie in via Tadino. La malcapitata finisce al pronto soccorso e viene dimessa con una prognosi di 8 giorni. Purtroppo è solo la prima vittima di una serie che si fermerà solo a inizio ottobre, con l’arresto del 23enne. La donna presenta una denuncia alla polizia. E a questa ne seguono altre: quando gli episodi cominciano a moltiplicarsi gli agenti capiscono che dietro le aggressioni potrebbe esserci lo stesso autore, come suggerito anche dalla descrizione dello sconosciuto che le vittime avevano fornito.

Sette donne aggredite in meno di due mesi

A fine agosto l’uomo torna a colpire. In via Ruggero Boscovich (zona Centrale), il 28 agosto, il 23enne prende a calci una 61enne che era appena uscita di casa e si stava incamminando per andare a prendere la sua auto. Qui ha trovato il suo aggressore che l’ha colpita, mandandola in ospedale: è stata dimessa con una prognosi di sessanta giorni a causa di un trauma contusivo e lividi alla gamba sinistra.

Ma il giorno dopo succede di nuovo. Questa volta la vittima è una 59enne. In piazza San Camillo De Lellis, la donna viene colpita con un calcio alle caviglie e poi fatta cadere a terra. Erano le 7.30 del mattino.

Le indagini degli agenti intanto proseguono: si incrociano le denunce, le descrizioni e i frame ripresi dalle telecamere di videosorveglianza dell’area. Nessun occhio elettronico ha mai ripreso il momento dell’aggressione ma il 23enne viene inquadrato mentre si allontana. E non scappa via, si muove calmo. Come se nulla fosse successo.

In un solo giorno poi era riuscito a colpire quattro volte. Quattro vittime in mezz’ora, tra le 23 e le 23.30. Sono quattro infatti le donne che hanno denunciato un’aggressione avvenuta il 5 ottobre. Tutte sono state colpite tra via Tadino e via Castaldi. La prima raffica di calci viene sferrata a una donna di 41 anni. Poi l’uomo colpisce una 24enne che finisce in pronto soccorso con una prognosi di cinque giorni a causa di contusioni multiple. Pochi minuti dopo una terza vittima. Fino all’ultima, una ragazza di 32 anni che alle 23.30 viene colpita con un calcio che la fa cadere a terra. E su di lei poi l’aggressore infierisce ancora, con colpi al volto fino a romperle il setto nasale.

Le indagini: in carcere il “calciatore” con 11 alias

I poliziotti del commissariato Garibaldi-Venezia concentrano i sospetti su un 23enne che a luglio era stato fermato in occasione di alcuni controlli, nei pressi della stazione Centrale dove era stato notato spesso prendere a calci delle lattine in strada. Il 23enne, fotosegnalato 43 volte tra il 2022 e il 2025, aveva 11 alias.

Era arrivato in Italia nel 2017, quando ancora era minorenne. Sognava di fare il calciatore. Da Lampedusa poi era giunto a Roma e il suo curriculum criminale aveva iniziato a riempirsi. Minacce, percosse, porto abusivo di armi e oggetti atti a offendere. E poi un’escalation, con episodi sempre più gravi fino a una rapina commessa alla stazione Termini.

Dopo l’arresto di luglio 2025 nella Capitale per cui non era scattata alcuna misura cautelare, il 23enne si era spostato a Milano. Poi le aggressioni e l’arresto. Abbigliamento vistoso, tute dai colori appariscenti e una capigliatura con ciocche bionde che non era passata inosservata.