Nessuna tregua in vista tra Alessandro Basciano e Sophie Codegoni. I due sono finiti al centro di un procedimento penale scattato a novembre 2024, quando lui è stato arrestato con pesanti accuse: minacce e stalking nei confronti della modella. Un blitz giudiziario lampo, concluso con una scarcerazione in meno di 48 ore. A complicare il quadro, ad aprile la Corte di Cassazione ha disposto per Basciano il braccialetto elettronico.
Peccato che il dispositivo non sia ancora disponibile. Risultato? Il provvedimento c’è, ma l’obbligo resta sospeso per mancanza di mezzi. Alla complicata vicenda giudiziaria si è aggiunta anche la battaglia per l’affidamento della figlia. Lei ha chiesto l’affido esclusivo, ma il giudice ha detto no: lui ha diritto a vedere la bambina tre volte a settimana. Dopo mesi di silenzio, Basciano è tornato a parlare con un lungo sfogo sui social.
Lo sfogo social
«Il paradosso è che io debba pagare una condanna mediatica quando, al contrario, nelle aule di tribunale o sono uscito vincitore o non ci sono proprio entrato», ammette. «Di tutto questo mi è stata contestata solo una scompostezza verbale (parolacce)… No minacce no violenza fisica no violenza di nessun genere», aggiunge.
«Nel procedimento davanti al giudice di famiglia ho un provvedimento che mi autorizza a vedere mia figlia tre volte a settimana.
In aula penale non ci sono ancora entrato, perché sono semplicemente “indagato”. Nessun rinvio a giudizio, nessuna udienza, nessun processo». Poi, l’attacco diretto alla stampa e ai social. «Eppure i “benpensanti”, certa stampa e i leoni da tastiera hanno già pronunciato la loro sentenza. Follia»
«Vergogna, ostacoli il rapporto padre/figlia»
Ma è soprattutto verso la sua ex compagna che rivolge le parole più dure: «Altra follia: una “madre” che anziché favorire il rapporto padre/figlia, lo ostacola chiedendo l’affidamento esclusivo assoluto. Che, naturalmente, le è stato rigettato» E rincara la dose, denunciando anche presunte violazioni delle indicazioni del giudice: «Pubblica storie con la bambina nonostante il divieto del giudice e le relative multe, che evidentemente le piace tanto pagare. Ma quella bambina ha anche un papà che la ama. Ricordiamocelo».
Infine, un messaggio rivolto a chi – come lui – ha vissuto momenti difficili e cerca forza nel confronto: «Tante persone che hanno subito violenza reale mi fermano, mi chiedono dove trovo la forza. Io rispondo: quando hai la coscienza pulita, puoi camminare a testa alta davanti a tutto e tutti». E chiude: «Semplicemente: vergogna. Per chi ha strumentalizzato tutto questo. E per chi lo difende».
Ultimo aggiornamento: mercoledì 30 luglio 2025, 20:14
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