La fine della stagione 2025 ha sancito anche la chiusura della Arkéa-B&B Hotels. Nonostante i mesi trascorsi a cercare nuovi sponsor dopo che i due principali avevano ufficializzato l’addio a fine anno, il general manager della formazione transalpina, Emmanuel Hubert, ha infine dovuto gettare la spugna e annunciare la fine di un’avventura durata venti anni. La squadra francese, però, non è purtroppo l’unica ad aver dovuto chiudere i battenti: a lei si sono aggiunte la Wagner Bazin WB e la Intermarché-Wanty, confluita nella Lotto, e anche per il prossimo anno c’è chi rischia di dover cessare l’attività se non troverà nuovi partner, dato che quelli che sostengono TotalEnergies e Team Flanders-Baloise hanno già annunciato il loro ritiro a fine 2026.
Se da una parte ci sono tante squadre in difficoltà, dall’altra ce ne sono altre che, con budget importanti, possono permettersi di ingaggiare i corridori più forti, con il rischio però di monopolizzare le corse e lasciare agli altri solo le briciole. Un sistema quindi fortemente squilibrato e, a lungo andare, non più sostenibile, come sottolineato dallo stesso Hubert nel corso del programma Bartoli Time su RMC: “Il ciclismo soffre oggi di un formato troppo esponenziale, con squadre molto grandi che ci portano verso nuovi livelli. Forse, a un certo punto, anche l’UCI dovrà legiferare in materia di salary cap. Non so in quale forma, ma in ogni caso bisogna fare qualcosa, altrimenti il ciclismo morirà“.
Il manager francese è poi tornato a parlare della chiusura della sua squadra: “Dopo vent’anni di attività, è sempre straziante. È straziante per me personalmente, ma non posso non pensare ai miei 150 collaboratori. Siamo una famiglia. Passiamo più tempo insieme che con le nostre famiglie. È sempre complicato. Non è mai una situazione facile, ma è così. L’obiettivo era quello di trovare uno, due o tre partner, ma non è andata così”.
“Le ultime settimane sono state piuttosto complicate perché siamo passati dal rosso al quasi verde, e fa sempre male quando si subiscono risultati negativi – ha aggiunto Hubert – A un certo punto, c’erano due o tre potenziali sponsor in fase finale e anche una decina nel corso dell’anno che erano molto interessati al ciclismo, ma alla fine non si è concluso nulla. È un vero peccato, perché oggi abbiamo uno sport che gode comunque di una buona visibilità. Ci sono solo due sport che portano il nome dei partner durante tutto l’anno sportivo: la vela e il ciclismo”.
