Per i biancoblu, in partita solo nel primo quarto, è notte fonda. Si salva solo un Torresani da 20 punti

Notte fonda per la Nutribullet Treviso. I biancoblù perdono 96-79 anche la quarta partita di questo avvio di serie A e si confermano fanalino di coda del campionato. Tutto troppo facile per la Vanoli Cremona che s’impone d’autorità bissando il successo con la Virtus Bologna, aprendo così la crisi della squadra trevigiana.

C’è poco da salvare anche nella trasferta lombarda per una Tvb che, al netto delle assenze, ha confermato di avere dei grandissimi problemi difensivi, e anche in attacco non convince con troppi solisti e pochissimo gioco di squadra. Un plauso lo merita il solo Torresani, top scorer con 20 punti, a cui probabilmente più di qualche veterano dovrebbe ispirarsi per voglia di lottare e spirito di sacrificio.

Al PalaRadi Treviso si presenta con l’assenza dell’ultimo minuto di Pinkins, che si aggiunge a quella di Weber: due uomini in meno che costringono coach Rossi a rotazioni straordinarie. Ma la Nutribullet come di fatto accaduto in tutte queste prime partite, inizia bene la sfida, segnando con qualità e continuità, ma al tempo stesso subendo i colpi mortiferi di una Cremona in salute e letale dall’arco dei 6,75. Il gioco biancoblù è tutto basato sull’asse Ragland-Stephens, che regalano grandi giocate, ma alla fine del parziale il risultato, 28-30, conferma i grandi problemi di questa Tvb.

Dall’inizio del secondo quarto si vede il solito copione trevigiano, che dopo i fuochi d’artificio dei primi dieci minuti, vede Tvb annaspare: Ragland mangia palloni e secondi come fosse al playground, la difesa concede qualsiasi cosa all’avversario e per i padroni di casa è facile mettere la freccia fino a toccare la doppia cifra di vantaggio prima dell’intervallo. Dopo venti minuti Treviso si ritrova con 54 punti subiti, e dodici lunghezze da recuperare, e a poco servono le note positive a rimbalzo.

Sembra di rivedere la sfida con Napoli, perché al rientro in campo Cremona dilaga, volando sul 67-48 e di fatto mettendo l’ipoteca su una partita che con 15 minuti da giocare faceva già scorrere i titoli di coda. Se più indizi fanno una prova, allora a Treviso c’è da far scattare l’emergenza rossa. Perché al di là di assenze e tempistiche del nuovo progetto, c’è tanto da sistemare e la strada per la salvezza necessità di altro atteggiamento, altri leader e altre facce.




















































26 ottobre 2025