Bradley Wiggins torna a parlare del suo litigio con Chris Froome al Tour de France 2012. Nella sua autobiografia “The Chain”, in uscita in questi giorni, l’ex corridore britannico ha ripercorso uno degli episodi più controversi della sua vittoriosa Grande Boucle, avvenuto nel finale dell’undicesima frazione di quell’edizione, che si concludeva in salita a La Toussuire-Les Sybelles. A circa quattro chilometri dalla conclusione, infatti, Froome attaccò e mise in difficoltà l’allora compagno di squadra, che si trovava in Maglia Gialla, prima di essere richiamato all’ordine attraverso la radio. Il gesto ovviamente non piacque a Wiggins, che più tardi si arrabbiò parecchio sostenendo che, invece di supportarlo nel tentativo di conquistare la Grande Boucle, il Keniano bianco aveva cercato di vincere la tappa.

Era l’ultima cosa che mi sarei mai aspettato e mi ha sconvolto enormemente, al punto che più tardi, all’hotel della squadra, ho minacciato di andarmene – le parole di Wiggins, riportate da The Sun – La mia mente era lucida. Fanculo! Non ho bisogno di questo! Potrà sembrare folle, ma per vincere il Tour devi avere il massimo controllo possibile. Una minaccia proveniente dai propri compagni è estremamente sconcertante. Se non puoi fidarti dei ragazzi che indossano la tua stessa divisa, di chi puoi fidarti?“.

“Alla fine, Dave Brailsford e il direttore sportivo della Sky Sean Yates sono riusciti a calmarmi – ha proseguito il 45enne – Ma da quel momento in poi, non sono più riuscito a fidarmi di Chris“. Tanto che, nella tappa finale degli Champs-Élysées, il baronetto decise di restare sempre nelle prime posizioni del gruppo per evitare brutte sorprese: “Correre in testa durante gli ultimi chilometri a Parigi era in parte per ridurre la probabilità di cadere. Ma ero anche determinato a non permettere che Chris approfittasse di un ultimo contrattempo per finire sul gradino più alto del podio“.

A quel punto, i rapporti tra i due erano “in frantumi”, tanto che, nell’ottobre 2012, Wiggins organizzò una raccolta fondi e invitò tutta la Sky, “tutti quelli che mi hanno aiutato a vincere il Tour, tranne Chris”. Anni dopo, nel 2021, l’oro olimpico di Londra 2012 nella crono si pentì di questo e contattò Froome per scusarsi e provare a ricucire: “Gli dissi chiaramente: ‘Chris, mi dispiace’. Volevo sistemare le cose. L’imbarazzo durava da troppo tempo e mi faceva soffrire. Ma più di ogni altra cosa, Chris è un ragazzo davvero adorabile, e io l’ho ferito, e non avrei dovuto farlo. Poter parlare di nuovo con lui, chiedergli scusa, è stato davvero liberatorio. Era malsano per me portare con me quell’amarezza. Essere di nuovo amico di Chris significa tantissimo“.