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Monica Colombo e Massimiliano Nerozzi

Dopo gli onerosi esoneri di Motta e Tudor la Juventus si prende tempo per sceglie il nuovo allenatore: serve una sintesi su cifre, qualità e prospettive. Chiellini crede al desiderio di rivalsa dell’ex c.t., Comolli cerca un profilo più giovane e abbordabile

Stavolta nessuno intende sbagliare la scelta. Dopo aver avvicendato Thiago Motta con Igor Tudor, sommando i 16.3 milioni lordi che i bianconeri ancora devono fino al 2027 al tecnico esonerato a marzo ai 11 da versare complessivamente al croato saltato come un tappo di champagne nella notte post Lazio, calma è la parola d’ordine. La società si è concessa qualche giorno per riflettere sulla decisione più adatta da prendere per migliorare la classifica, inseguire un piazzamento in Champions decisivo per i conti del club ed evitare al contempo un bagno di sangue contabile (considerando pure che la Uefa ha aperto un’inchiesta per possibili violazioni del fair play finanziario).

Partendo dal presupposto che nell’immediato la squadra sarà seguita da Massimo Brambilla, in panchina nell’imminente sfida con l’Udinese, i dirigenti stanno studiando soprattutto due curriculum di tecnici piuttosto diversi tra loro. Il primo è quello di Luciano Spalletti, che negli ultimi due club in cui ha allenato, l’Inter e il Napoli, ha guadagnato rispettivamente 4,5 e 2,8 milioni. Troppi per i conti in ristrutturazione della Juve? Certamente a fatica accetterebbe di legarsi a Madama con un contratto solo fino a giugno e la permanenza subordinata alla qualificazione alla Champions League. Fra i dirigenti, (anche) Giorgio Chiellini spinge per il desiderio di rivalsa dell’ex ct che, dopo l’addio all’azzurro, finora ha rifiutato l’Arabia e la Turchia aspettando panchine più allettanti. Dalla sua avrebbe una grande esperienza, italiana e internazionale, e rappresenterebbe un efficace parafulmine per una squadra confusa e scivolata all’ottavo posto in classifica. Oltre alla capacità di plasmare il gioco, mostrato ad altissimi livelli a Roma e Napoli.



















































L’anima francese della Juventus, Damien Comolli e François Modesto, preme invece per un profilo più giovane, come Raffaele Palladino. Non solo il tecnico campano ha un vissuto nella Juve da calciatore, ma ha già dimostrato nella sua pur breve carriera da allenatore di saper risolvere situazioni complesse. Ereditò il Monza, neo-promosso in A per la prima volta nella storia, con un solo punto in classifica dopo sei giornate e concluse la stagione all’11° posto con 52 punti. Dopo aver salutato la Fiorentina, probabilmente accetterebbe un legame anche solo fino a giugno e con uno stipendio abbordabile (per dare l’idea a Firenze percepiva 1,5 milioni netti). 

Va ricordato che quando Modesto era sulla lista di Giorgio Furlani, l’ad del Milan, come possibile ds (prima che le varie correnti del club convergessero sul nome di Tare) il ticket con Palladino era una delle opzioni sul tavolo. Molto difficile che la decisione finale possa venir presa già oggi (27 ottobre): prima si dovrà trovare una sintesi su cifre, qualità e prospettive.

27 ottobre 2025 ( modifica il 27 ottobre 2025 | 19:01)