Proprio quando sembrava che tutti i pianeti fossero allineati e che Oscar Piastri avesse in mano il primo titolo iridato di Formula 1 della carriera, le cose hanno preso una piega assai diversa fino a fargli perdere la leadership del Mondiale a 4 gare dal termine della stagione.

Da Zandvoort in poi, il pilota australiano ha inanellato una serie di risultati al di sotto delle aspettative e, soprattutto, è apparso un pilota ben distante da quello silenzioso ma schiacciasassi della prima parte di stagione.

Dopo il successo in Olanda, infatti, Oscar non ha più vinto. Ha colto un solo podio – il terzo posto a Monza – per poi collezionare un ritiro a Baku, un quarto posto a Singapore e due quinti posti tra Austin e Città del Messico. Non un brutto score, ma insufficiente se si punta al titolo iridato e con questa MCL39, sia Piastri che Norris sono costretti a essere favoriti.

Balzano all’occhio soprattutto le difficoltà che Piastri ha attraversato nelle ultime due uscite in territorio americano. Su piste scivolose, Oscar ha patito non poco il comportamento della MCL39, che in uscita di curva tendeva a slittare con il posteriore verso l’esterno.

Questo, unito al suo stile di guida, lo ha messo in crisi. Lo stesso Piastri ha ammesso dopo il Gran Premio del Messico di avere incontrato difficoltà non dovute alla monoposto, ma a cose che lui non è riuscito a fare e ad adattarsi al meglio ove richiesto, proprio come ad Austin e a Città del Messico.

“Dopo le qualifiche del Messico abbiamo guardato tutti i dati in modo intensivo assieme a Oscar, ma anche video, punti di vista e commenti”, ha dichiarato il team principal della McLaren, Andrea Stella.

Oscar Piastri, McLaren

Oscar Piastri, McLaren

Foto di: Clive Rose / Formula 1 via Getty Images

“Abbiamo estratto alcune informazioni importanti riguardo a come la monoposto debba essere guidata in quelle speciali condizioni con poco grip che abbiamo affrontato in Messico e, in modo simile, anche ad Austin”.

“Sembra che sia necessario adattare il proprio stile di guida al fatto che la monoposto scivoli molto. Lo si deve fare sfruttando questa caratteristica per ottenere il tempo. Non è necessariamente il modo ideale di guida per Oscar, non lo fa in modo naturale per ottenere il tempo. per questo abbiamo identificato alcune cose che possiamo fare sulla monoposto e alcune cose che può fare lui con il suo stile di guida”.

Secondo Stella, Piastri avrebbe potuto concludere la gara più in alto rispetto al quinto posto finale. A frenarlo è stato un complicato primo giro, in cui è scivolato al decimo posto. Successivamente è stato rallentato dall’introduzione della Safety Car a 2 giri dal termine, quando avrebbe avuto tutte le carte in regola per provare il sorpasso ai danni di Oliver Bearman.

“Abbiamo visto che in gara, Oscar è riuscito ad applicare le cose che avevamo studiato e chiesto di fare. E’ stato molto più competitivo rispetto ai giorni precedenti. E’ stato un peccato che non sia stato in grado di sfruttare per intero il suo passo a causa del traffico. Ha passato l’intera gara alle spalle di una monoposto. Ma la cosa importante è che abbia tratto insegnamenti da questa esperienza e che abbia aggiunto capacità nella sua guida per diventare una versione più completa del suo essere pilota di Formula 1”.

“Questo sarà altresì importante nelle prossime 4 gare, dove probabilmente affronteremo condizioni ancora diverse. Dunque dobbiamo essere pronti a tutto ciò che troveremo. Ma credo che Oscar debba essere davvero orgoglioso dei miglioramenti che ha fatto nel fine settimana in Messico”, ha concluso Stella.

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