di
Alessio Di Sauro

Il giornalista racconta il tentativo di rapina subito: «Mi hanno puntato uno spray al peperoncino e li ho colpiti con un cartone micidiale, non se lo aspettavano. Ho la mano che mi fa ancora male»

«Spaventato? Macché, semmai sono incazzato. Ho la mano sinistra che mi fa ancora male, per quindici giorni ho avuto il livido».

A sentir lui però c’è chi è conciato peggio. Parola di Vittorio Feltri, direttore editoriale de Il Giornale, che alla lingua affilata pare sia in grado di affiancare all’occorrenza un sinistro che non ammette repliche. Al netto degli ottantadue anni compiuti a giugno il direttore editoriale de Il Giornale ha messo in fuga due malviventi in procinto di rapinarlo con un «cazzotto tremendo», come da articolata disamina in collegamento con la trasmissione Fuori dal coro.

Racconti.
«È stato all’incirca un mesetto fa, stavo uscendo di casa in via Vallazze per andare in redazione, saranno state le dieci di mattina, pieno giorno. C’erano dei lavori in corso che hanno costretto l’auto della scorta a parcheggiare a qualche metro di distanza, ostacolando peraltro la visuale tra il marciapiede e il portone. Quando ho varcato la soglia si sono avvicinati questi due ceffi, questi due idioti. Ho capito subito la malaparata».

La stavano aspettando?
«Questo non posso dirlo con sicurezza, non so se stessero aspettando proprio me o invece avessero puntato una persona a caso. Erano sulla trentina, ben piazzati fisicamente, non saprei dire se italiani o meno. Uno dei due ha estratto dalla giacca una bomboletta, ho dedotto si trattasse di spray urticante». 

E lei?
«Ho reagito d’istinto, gli ho mollato un cazzotto. Un bel cazzotto, non credo se lo aspettassero. Da uno come me, poi».

Li ha messi in fuga.
«L’ho preso in pieno volto, un cartone micidiale. L’ho abbattuto con il sinistro».

È mancino?
«Sono ambidestro».

Si è fermato qualcuno per aiutarla?
«Nessuno ma non ce ne sarebbe stato il tempo, è successo tutto in pochissimi secondi, io stesso mi sono infilato subito in macchina. Nemmeno i carabinieri si sono accorti di nulla. È stata una reazione spontanea, se ti fai prendere dal panico in questi casi è la fine».

C’è chi direbbe che ha avuto fortuna e coraggio.
«Più che altro ho avuto mira: se lo avessi mancato sarebbe stato un casino. Diciamo che mi tengo in forma».

Ha puntato il dito contro la sicurezza a Milano.
«Mi sembra un dato di fatto che non ce ne sia. Col tempo dovrebbe aumentare, invece qui diminuisce. Quando succede agli altri tendi a fregartene, se capita a te ci presti attenzione».

Però le era già capitata una disavventura del genere.
«Quarant’anni fa, quando lavoravo al Corriere. Mi avvicinò un balordo in piena notte, c’era la nebbia. Gli diedi “un confetto” e lo misi a dormire».




















































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28 ottobre 2025 ( modifica il 28 ottobre 2025 | 15:26)