di
Marta Ghezzi

Su La7 «Una giornata particolare» è dedicata al genio toscano. Perché i milanesi potrebbero avanzare un diritto e chiamarlo «Leonardo da Milano»

Alla mente più brillante della Storia, Leonardo da Vinci, i francesi fanno la corte da sempre. Leggendaria la gaffe di Julian Bugier, giornalista di France 2 che nel 2019, riportando un incontro fra i presidenti Sergio Mattarella ed Emmanuel Macron, si accaparrò senza tentennamenti Leonardo, definendolo «genio francese». Eh no, è nostro. Anzi, noi milanesi potremmo quasi avanzare un diritto di prelazione e chiamarlo «Leonardo da Milano», dopotutto Milano è la città italiana dove lui visse più tempo in assoluto, nel Ducato resterà quasi venti anni, anni di grande qualità, per sua ammissione «i più belli».

Questa sera Aldo Cazzullo su La7 ci offre l’opportunità di rispolverare l’orgoglio meneghino: la nuova puntata del suo programma «Una giornata particolare», come anticipa il titolo, «Leonardo: il genio», è dedicata al «nostro» illustre concittadino. L’attacco, tocca rivelarlo, non avviene sul suolo italico, tanto meno quello lombardo: Cazzullo introduce il maestro, «artista, scienziato, architetto, ingegnere, inventore, musicista…» dal castello francese di Amboise, nella Loira, dove lui trascorse gli ultimi anni della sua esistenza, ospite del sovrano Francesco I. Il giornalista delinea subito le coordinate temporali, «è il 23 aprile 1519», fondamentali per capire che Leonardo è oramai vecchio, «sta morendo, eppure non ha paura. C’è qualcosa di più urgente…vuole tramandare le sue opere, i suoi progetti, i suoi disegni che considera parte di sé… è l’eredità che ci ha lasciato». Cazzullo parla di ultime volontà, di un testamento: per scoprire cosa ci fosse scritto bisogna allontanarsi dalla dimora del sovrano francese e ripercorrere i passi di vita di Leonardo, i luoghi natali, la permanenza alla corte dei Medici, l’approdo a quella di Ludovico il Moro. 



















































Aldo Cazzullo racconta Leonardo da Vinci: focus sul suo rapporto con Milano, dall’Ultima Cena al codice Atlantico (all’Ambrosiana)

Un viaggio affascinante, con Milano che si porta via una fetta rilevante della scena: il conduttore spiega come il genio si presenti al Moro, «palesando subito il suo estro avanguardista, voleva stupire il regnante e convincerlo ad assumerlo», nel suo curriculum ante litteram aveva scritto di essere un ingegnere militare in grado di progettare armi di ogni tipo, il duca vede i disegni di una bombarda (piccolo cannone) e di una spingarda a ventaglio (sorta di antica mitraglietta). Sempre in città: la telecamera si spinge nella Biblioteca Ambrosiana per un affondo sul Codice Atlantico e poi punta al Cenacolo, nel refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie, dominato dall’affresco dell’Ultima cena. 

Cazzullo si sofferma ampiamente sull’episodio del Vangelo in cui Gesù avverte gli apostoli che uno di loro sta per tradirli, di ogni discepolo evidenzia la postura, qualche particolare, arriva a raccontare aneddoti del priore, seccato dai tempi eccessivamente lunghi di Leonardo. La puntata si inoltra poi nel grande sogno del volo, atterra a Firenze, accenna alle dispute con Michelangelo e all’omosessualità dei due artisti, e infine ritorna in Francia.

La puntata di questa sera su La7 della trasmissione «Una giornata particolare» di Aldo Cazzullo. «Leonardo: il genio» è dedicata la maestro toscano, affascinante e misteriosa figura la cui influenza riecheggia nei secoli. Un viaggio nella vita della mente più brillante della Storia, orgoglio italiano, e milanese, Leonardo trascorse quasi venti anni nel Ducato meneghino, che il mondo ci invidia.


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29 ottobre 2025