di
Francesco Bertolino

Lo sviluppatore di ChatGpt cambia la struttura societaria: controllata da una fondazione, una società per azioni che farà utili. Microsoft socio di riferimento, ma il raggiungimento dell’intelligenza artificiale «generale» può cambiare tutto

OpenAI diventa un’azienda a scopo di lucro. Dopo mesi di negoziazioni, talvolta burrascose, lo sviluppatore di ChatGpt ha annunciato la sua nuova struttura societaria. Al vertice ci sarà una fondazione che riceverà il 26% del capitale della OpenAI «for-profit» e si è impegnata a investire in progetti sanitari e a lavorare con associazioni che pongono rimedio ai danni dell’intelligenza artificiale. 

La quota di Microsoft

Il primo azionista della nuova OpenAI sarà però Microsoft, il colosso tech che per primo ha scorto le potenzialità dell’azienda di Sam Altman e le ha messo a disposizione la sua enorme potenza di calcolo. Il gruppo di Windows è stato però anche il principale ostacolo alla trasformazione societaria della startup, nel timore di perdere i privilegi conquistati grazie al sostegno della prima ora a ChatGpt. L’accordo prevede che Microsoft ottenga il 27% di OpenAI – quota del valore di circa 135 miliardi  di dollari – la facoltà di accedere ai suoi prodotti sino al 2032 e il diritto di incassare una quota del 20% dei suoi ricavi. 



















































La clausola «AI generale»

La partecipazione di Microsoft ai ricavi di OpenAI è però sottoposta a un limite di tempo, o per meglio dire, a una condizione tecnologica. Decadrà infatti se e quando la startup riuscirà a sviluppare la cosiddetta intelligenza artificiale «generale», ossia un’AI in grado di superare le capacità umane nella maggior parte delle mansioni produttive. Il raggiungimento di tale traguardo da parte di OpenAI dovrà essere attestato da un panel di esperti indipendenti e comporterà la diminuzione dei diritti di Microsoft.

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I nuovi fondi (miliardari) da Nvidia e Softbank

La svolta societaria rimuove un ostacolo allo sviluppo finanziario di OpenAI che negli ultimi mesi ha stretto un gran numero di accordi di investimento, tutti subordinati alla sua riorganizzazione. Ora l’azienda potrà ricevere i 30 miliardi promessi dal gruppo giapponese Softbank e i 100 miliardi progressivamente impegnati da Nvidia. Queste risorse serviranno a finanziare i suoi ambiziosi programmi di sviluppo, per cui la società si è già impegnata ad acquistare 1000 miliardi di forniture (cloud e chip) da aziende quali Oracle, Amd e le stesse Microsoft e Nvidia. 

I numeri di OpenAI

OpenAI dovrà aumentare velocemente i suoi ricavi per far fronte a questi impegni di spesa già presi e tener fede alla valutazione di 500 miliardi di dollari assegnatale dai suoi investitori. Secondo informazioni non confermate dalla società, nel primo semestre di quest’anno OpenAI ha registrato ricavi per 4,3 miliardi e una perdita di 13,5 miliardi. E nonostante la trasformazione in «for profit», società non prevede di raggiungere l’utile ancora per diversi anni.

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29 ottobre 2025 ( modifica il 29 ottobre 2025 | 08:45)