di
    Valentina Rorato
C’è ancora imbarazzo nel trattare i temi più intimi (anche emozionali) e pochi giovani sono informati sulle infezioni sessualmente trasmissibili
Parlare di sesso e di prevenzione con i figli è sempre imbarazzante, ma è un dovere fondamentale dei genitori per aiutare i ragazzi a orientarsi nel difficile campo delle relazioni e per imparare a evitare i rischi che possono correre senza le adeguate protezioni.
Chi se ne occupa in famiglia? Le mamme, secondo un’indagine della Trobe University, condotta su campione di circa 2000 genitori di bambini e adolescenti di età compresa tra i 5 e i 18 anni.     
Numeri
I ricercatori confermano che, nonostante gli elevati livelli di alfabetizzazione sessuale in entrambi i genitori, le donne sono più propense degli uomini a parlare di sesso (32,3% rispetto al 23,9%) ma anche ad affrontare l’aspetto più emotivo delle relazioni (38,2% rispetto al 22,4%).
Gli argomenti trattati con minor fatica riguardano l’immagine corporea (45%), la sicurezza sessuale (39%) e la pubertà (38%), mentre la maggior parte dei genitori intervistati ammette di sentirsi in difficoltà su aspetti più intimi, tra cui la masturbazione (12%) e la soddisfazione sessuale (13%). La comunicazione, spesso, è compromessa dal rifiuto dei bambini di ascoltare (28,9%), dal disagio dei genitori (17%), ma anche dalla paura di dire la cosa sbagliata (12,4%).
«Se gli uomini si sentono meno spinti o preparati a confrontarsi con i propri figli su questioni relative al sesso e alle relazioni, rischiamo di rafforzare lo stereotipo culturale secondo cui gli uomini non dovrebbero parlare di questi argomenti o cercare aiuto», commenta la professoressa Jennifer Power, vicedirettrice dell’Australian Research Centre in Sex Health and Society di La Trobe.
La prevenzione
Non esiste solo un problema di educazione all’affettività, ma anche dei rischi concreti che i ragazzi corrono. Meno della metà (45%) dei genitori ammette di aver parlato di infezioni sessualmente trasmissibili e di contraccezione (46%).
Il sondaggio è stato condotto in Australia, ma rispecchia un fenomeno culturale che riguarda un po’ tutto il mondo Occidentale. L’ultimo report dell’Onu Europa (Health Behaviour in School-aged Children – HBSC), infatti, ci racconta che il 30% degli adolescenti non si preoccupa dei rischi e fa sesso non protetto: non usa né il preservativo né la pillola con significative implicazioni per la salute e la sicurezza. 
Il report accende un faro su quella che potrebbe essere la conseguenza più grave: il ricorso agli aborti clandestini per le giovani che incorrono in gravidanze indesiderate. 
In Italia, dilagano le infezioni sessualmente trasmissibili: si registrano un’impennata di casi di gonorrea (+100%) rispetto al 2019, di sifilide (+50%) e di clamidia (+25%). L’Istituto Superiore di Sanità stima che 1 adolescente su 20 contrae un’infezione sessualmente trasmessa e più della metà delle nuove infezioni di HIV interessa una fascia di età compresa tra i 15 e i 24 anni.
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28 ottobre 2025 ( modifica il 28 ottobre 2025 | 13:41)
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