Il figlio di Daniele, ex azzurro e schiacciatore in serie A con Parma e Treviso, è stato convocato per le qualificazioni mondiali Under 17
Giornalista
29 ottobre – 10:27 – MILANO
La mano sul cuore e l’orgoglio di rappresentare il suo Paese. Gabriele Desiderio, schiacciatore del 2010, è pronto a guadagnarsi i Mondiali Under 17 in programma il prossimo anno e suo papà Daniele ne è giustamente fiero. Sulle orme di papà (ex giocatore di serie A che ha vinto un Mondiale Under 19 e ha giocato col Sisley Treviso, Ferrara, Parma fra le altre) come i vari Boninfante, Bovolenta, Gardini… Ah no. O almeno non esattamente. La maglia della Nazionale la indosserà ma sarà quella a stelle e strisce degli Usa dove nella convocazione lo chiamano Gabe. E sarà una prima volta anche per l’Italia. Siamo abituati al percorso inverso: Zlatanov, Zaytsev, Antonov, Baranowicz, tutti figli di ex giocatori nati o trasferiti in Italia molto piccoli che hanno scelto la maglia azzurra.
“Mi sarebbe piaciuto vederlo giocare con l’Italia – racconta Daniele, 46 anni – ma Gabriele è un “american boy”. Siamo arrivati qui che aveva quattro anni, anche se a casa parliamo italiano lui è proprio americano, appassionato di skateboard e snowboard, l’ho anche strappato al football. Ho invitato lui e i suoi amici a fare un anno di prova da noi e non hanno più smesso. Poi due anni fa l’ho portato anche in Italia a vedere i playoff e gli allenamenti di Lorenzetti che è stato il mio maestro. Ha fatto addirittura un mese con la squadra di Trento disputando e vincendo le finali di Boy League (U14) con l’Itas. Si è entusiasmato ma il futuro è in Usa”
l’occasione americana—
E qui bisogna fare un passo indietro. Daniele racconta come dall’Italia lui e la moglie Olda siano finiti negli States dove è nata la piccola di casa Grace: “Gli ultimi anni di carriera (fra Portorico, Giappone, Dubai e Spagna) ho giocato con molti americani, in particolare con Matt Fuerbringer che poi è entrato nello staff della Nazionale. Lui mi ha invitato in California a lavorare nella sua accademia di volley. Ci siamo detti perché no, ero curioso. Poi abbiamo visto che quello delle Accademie private poteva essere un’idea vincente e siamo rimasti con Olda che si occupa della parte più amministrativa e di marketing e io di quella tecnica. Siamo partiti da 70 ragazzi e siamo arrivati a quasi 300 fra maschi e femmine”.
collaboratori illustri—
L’arma in più sono stati i contatti col volley europeo: “Oltre alle persone conosco i meccanismi del volley in Europa dove gli allenatori non hanno garanzie di lavoro continuativo. Così da me sono passati tecnici di valore come Emanuele Zanini, ora Andrea Burattini, che dalla Bulgaria dove ha cresciuto i fratelli Nukolov si è trasferito qui, ma anche Fernanda (ex Nazionale brasiliana oro olimpico a Londra), Keba Phipps (indimenticata protagonista del nostro campionato con Matera e Bergamo) che lavora con noi. E Carlos de Lellis collabora con noi come preparatore fisico”. Così il ragazzino di Catania che appena adolescente si è trasferito a Parma ed ha esordito in A1 a 16 anni, è diventato un maestro di volley in California, vicino Palo Alto, collaborando anche con le nazionali giovanili degli Usa. E ha spinto anche sulla costituzione della squadra Under 17 che gli Usa di solito non facevano: “Con il sistema sportivo/scolastico Usa le selezioni di solito cominciano in una fascia di età più alta ma il volley sta crescendo molto come notorietà e secondo me porre come obiettivo a ragazzi così giovani di rappresentare gli Usa è un grosso stimolo”. Ma se Gabe deciderà di continuare la sua carriera sportiva un passaggio nel campionato italiano sarà inevitabile: “Eh magari, il passaporto ce l’ha quindi non resta che aspettare”.
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