Il 2 giugno del 1981 Rino Gaetano era quasi arrivato a casa, dopo aver passato la serata in giro per locali con alcuni amici. A bordo della sua Volvo 343 grigio metallizzato (l’auto nuova che aveva acquistato nel 1979 per sostituire quella che aveva distrutto in un altro incidente stradale da cui era uscito illeso) il cantautore stava percorrendo via Nomentana quando – erano le 3.55 – all’altezza dell’incrocio con via Carlo Fea invase la corsia opposta (forse per un malore o un colpo di sonno) e si schiantò contro un camion. Fu proprio l’autista a prestare i primi soccorsi a Gaetano, che aveva battuto violentemente la testa contro il parabrezza sfondandolo. Il cantautore fu poi portato al Policlinico Umberto I, ma la struttura non aveva un reparto attrezzato di traumatologia cranica. Così il medico di turno si mise alla ricerca di un’altra struttura. Gaetano fu poi ricoverato al Gemelli, ma era ormai troppo tardi: alle sei del mattino il cantautore morì. Aveva soltanto 30 anni. Per una tragica coincidenza nel 1971 aveva raccontato in una canzone, «La ballata di Renzo», proprio una circostanza simile, l’affannosa ricerca di un posto in ospedale per un ragazzo vittima di un incidente stradale. Il 4 giugno, nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù, si tennero i funerali: parenti, amici, colleghi musicisti, dirigenti della RCA e fan si strinsero per dare l’ultimo saluto all’amato Rino che soltanto un mese dopo – nella stessa chiesa – si sarebbe dovuto sposare con il grande amore della sua vita, Amelia Conte.