Ketamina: c’è questa sostanza dietro le nuove rivelazioni sulla morte di Matthew Perry. A poco più di un anno dalla tragica scomparsa dell’amato Chandler Bing della serie cult Friends, emergono dettagli inquietanti sul caso. L’attore statunitense, morto nell’ottobre 2023 a 54 anni, è stato al centro di un’indagine che ha portato a un’ammissione di colpa da parte di un medico californiano, il dottor Salvador Plasencia. Davanti al tribunale federale di Los Angeles, Plasencia si è dichiarato colpevole di quattro capi d’accusa per aver somministrato illegalmente ketamina all’attore. La sentenza è attesa nei prossimi mesi, con una possibile condanna fino a 40 anni di carcere.
Matthew Perry e la ketamina
Matthew Perry era noto non solo per il suo talento artistico, ma anche per la sua lotta contro la dipendenza, un tema che aveva affrontato pubblicamente con coraggio. L’attore seguiva da tempo una terapia a base di ketamina, un anestetico usato in psichiatria per trattare la depressione resistente. Tuttavia, la sostanza, se assunta in modo improprio, può generare effetti euforici e diventare pericolosa. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Che cos’è la ketamina
Matthew Perry, il 23 settembre 2012 alla cerimonia dei Primetime Emmy Awards, al Nokia Theatre di Los Angeles. Credit: Kevin Winter/Getty Images
La ketamina è una sostanza dai due volti: un anestetico essenziale in ambito medico e un trattamento promettente per la depressione, ma anche una delle sostanze d’abuso più diffuse in Europa. Conosciuta con nomi di strada come Special K, Kit Kat o Vitamina K, questa sostanza è al centro di un paradosso: secondo quanto riportato sul sito dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri – IRCCS, salva vite in contesti clinici, ma può diventare pericolosa quando usata impropriamente.
Un anestetico “gentile” e indispensabile
Definita “anestetico gentile”, la ketamina è apprezzata per la sua capacità di indurre sedazione senza compromettere gravemente la respirazione, a differenza di altri anestetici. «La ketamina riduce l’eccitazione neuronale e può indurre anestesia, analgesia e stati dissociativi», si legge il sito dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri – IRCCS. E viene sottolineata la sua utilità in situazioni di emergenza, come interventi chirurgici o in terapia intensiva.
La sua importanza è tale che l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’ha inserita nella lista dei farmaci essenziali, obbligatori in ogni ospedale. Anche in veterinaria, la ketamina è una scelta privilegiata per anestetizzare animali di diverse taglie, garantendo sicurezza ed efficacia.
L’uso della ketamina per la depressione
Negli ultimi vent’anni, la ricerca ha evidenziato il potenziale della ketamina nel trattamento della depressione resistente. Nel 2019, la Commissione Europea ha approvato l’esketamina, un derivato della ketamina, come farmaco antidepressivo. «Gli effetti antidepressivi dell’esketamina sembrerebbero essere rapidi e duraturi, visibili entro poche ore dall’assunzione», riporta il sito dell’Istituto Mario Negri. Tuttavia, il suo uso è strettamente regolamentato a causa di effetti collaterali come dissociazione, deficit cognitivi e rischi per fegato e vescica, che richiedono un attento monitoraggio medico.
Il lato oscuro: la ketamina come droga
Fuori dai contesti clinici, la ketamina diventa una sostanza d’abuso, spesso consumata in combinazione con alcol o cocaina. Sniffata, iniettata o ingerita in compresse, produce effetti che variano da un’euforia leggera a stati di dissociazione estrema, in cui la mente sembra “staccarsi” dal corpo. «È possibile entrare in una condizione di dissoluzione dell’io», avverte il sito dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri – IRCCS. E descrive esperienze che possono includere allucinazioni visive e uditive o la perdita della capacità di distinguere sensazioni come caldo e freddo. Questo stato, ricercato per lo “sballo”, comporta diversi rischi: l’effetto della ketamina può portare a ferite anche gravi senza che il consumatore se ne renda conto.
L’uso prolungato è ancora più preoccupante. La ketamina può causare dipendenza e gravi danni alla vescica, fino a richiedere, in casi estremi, la cistectomia, ossia l’asportazione dell’organo. «La ketamina danneggia le cellule epiteliali di cui è rivestita la vescica», spiega il sito dell’Istituto, evidenziando come l’abuso comprometta la capacità dell’organo di contenere l’urina. Inoltre, un consumo regolare può portare a un “bad trip”, con effetti psicologici devastanti, come pensieri paranoici e squilibri mentali a lungo termine.
Un mercato illegale in crescita
Mentre in ambito medico la ketamina è somministrata solo in ospedale e l’esketamina richiede una supervisione rigorosa, il mercato illegale è in espansione. «Proliferano le “farmacie online” che dichiarano di fornire qualsiasi quantità della sostanza in breve tempo e in ogni parte del mondo senza alcuna prescrizione medica», denuncia il sito dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri – IRCCS. Questo commercio incontrollato alimenta i rischi legati all’abuso, rendendo urgente una riflessione su come gestire una sostanza tanto preziosa quanto pericolosa.