Bradley Wiggins Chris Froome, un dualismo destinato a rimanere nella storia del ciclismo. I due britannici sono stati la coppia che ha dato il via al dominio del Team Sky al Tour de France: il pistard è stato il primo inglese a trionfare alla Grande Boucle nel 2012, mentre il “kenyano bianco” ha conquistato ben quattro edizioni, nel 2013, 2015, 2016 e 2017, sfiorando soltanto la cinquina nel 2018. Quell’anno il successo è stato conquistato da un altro britannico del Team Sky, il gallese Geraint Thomas, che ha poi passato lo scettro al colombiano Egan Bernal, sempre della stessa squadra. Insomma, nei 9 anni tra il 2012 e il 2019 sono stati 8 i successi del Team Sky, interrotti soltanto dallo strepitoso Vincenzo Nibali in maglia Astana nel 2014. Eppure c’è chi pensa che forse il filotto consecutivo sarebbe stato possibile.

Si tratta proprio di Bradley Wiggins, che nel suo libro “The Chain” ha parlato a lungo del rapporto con Chris Froome e della loro convivenza in casa Sky. Oltre al 2012, un momento delicato è stato nel 2014, quando Wiggins fu escluso dalla formazione per il Tour de France, realisticamente su indicazione del connazionale, che aveva vinto l’edizione precedente e non voleva vivere una situazione scomoda in casa, con un altro capitano credibile (anche perché vincitore nel 2012): “Se mi avessero portato al Tour de France 2014 avrei anche potuto vincerlo – racconta Sir Bradley – O almeno sarei stato un valido piano B per il Team Sky. Specialmente dopo che Froome ha abbandonato la corsa dopo essere caduto”.

L’episodio a cui fa riferimento Bradley Wiggins è alla tappa dello sterrato, la quinta frazione di quell’edizione del Tour de France, quando il campione in carica Chris Froome (che era già finito a terra nei giorni precedenti) cadde per ben due volte. Con la seconda caduta, si fratturò il polso sinistro, dando addio a ogni possibilità di ripetere la vittoria dell’anno precedente. Il britannico fu quindi costretto a ritirarsi, lasciando il Team Sky di fatto con il solo Richie Porte come capitano.

Sempre nella stessa intervista, Bradley Wiggins aveva raccontato l’episodio dell’attacco a sorpresa di Chris Froome nei suoi confronti, durante il Tour de France 2012 (vinto da Wiggins). Un episodio che ha rotto definitivamente i rapporti tra i due per quasi dieci anni, soprattutto dopo che nell’ottobre 2012 Sir Bradley scelse di invitare a un evento benefico di raccolta fondi tutti coloro che lo avevano aiutato a portare la maglia gialla fino a Parigi, a eccezione proprio di Froomey. Soltanto nel 2021 Wiggins si è poi scusato: “Gli dissi chiaramente: ‘Chris, mi dispiace’. Volevo sistemare le cose. L’imbarazzo durava da troppo tempo e mi faceva soffrire. Ma più di ogni altra cosa, Chris è un ragazzo davvero adorabile, e io l’ho ferito, e non avrei dovuto farlo. Poter parlare di nuovo con lui, chiedergli scusa, è stato davvero liberatorio. Era malsano per me portare con me quell’amarezza. Essere di nuovo amico di Chris significa tantissimo”.

Tutto è bene quel che finisce bene, insomma. Ma Bradley Wiggins continua a chiedersi come sarebbe andato il Tour de France 2014 se il Team Sky avesse deciso di portare anche lui nella selezione fortissima partita per la spedizione francese con l’idea di accompagnare Froome alla sua doppietta consecutiva e la squadra al terzo successo in tre anni. L’unica certezza è che Vincenzo Nibali, quel Tour, lo ha vinto sulla strada, dominando tutti gli avversari.