L’Apu perde la quarta partita consecutiva non senza rammarico: per l’ennesima volta a decidere l’epilogo è stata la volata, alcuni dettagli che a certi livelli fanno la differenza. La squadra gioca e segna, fraseggi di palla veloci e l’impronta di coach Vertemati, ma alla lunga servono i risultati.

Calendario complicato

Nelle prime quattro ai piani nobili del basket italiano sono arrivate prove d’alto rango contro la Virtus scudettata, Brescia vice campione d’Italia, Trieste e Reggiana, due team con ambizioni europee. L’Apu s’è l’è giocata in ogni occasione, rimontando all’esordio in terra emiliana, sfiorando l’impresa con le V nere (+4 a un minuto dalla fine dei supplementari), giocandosela sul filo del rasoio contro i lombardi e anche contro Trieste. Il derby è girato sui singoli momenti: l’Apu ha concluso sempre avanti i primi tre quarti, arrivando anche al +11. Solo nel finale l’Alma ha allungato, complice la miglior gestione dei possessi. Al contrario, i bianconeri sono entrati in cortocircuito, realizzando soli 5 punti negli ultimi cinque minuti. Tanti tiri presi in situazione scomoda, tanta fretta e un senso di poca esperienza: d’un tratto le situazioni offensive sono state gettate alle ortiche non per mancanza di qualità ma per la gestione degli stessi. Dettagli, da limare.

La squadra c’è, il gioco anche. Ora serve vincere

Pedone ha assemblato un mercato ben orchestrato, completando il reparto dei lunghi e cercando la qualità degli americani, che non sta mancando. Le rivelazioni sono il blocco dell’A2, sempre tra i migliori, mentre i nuovi eccezion fatta per Calzavara e Dawkins devono trovare ritmo. L’Apu ha realizzato sempre almeno 70 punti, trovando con costanza le percentuali. I meccanismi funzionano: scarico palla veloce, attacchi sotto canestro e un giro palla che si è visto migliorato da settembre. La vittoria arriverà, sperando già nella delicata sfida contro Sassari, ferma a 0 vittorie. Poi si aprirà l’inverno. Per i bilanci servirà aspettare la conclusione del girone d’andata.