Archiviata la stagione 2025, è il momento di compilare i bilanci relativi a quelli che erano corridori molto attesi più o meno un anno fa di questi tempi. Dopo averlo fatto con le “scommesse” del passato CicloMercato ci concentriamo quindi sui corridori più giovani che all’inizio dell’annata appena conclusa avevamo ritenuto come potenzialmente più “attesi”. Per alcuni di loro la prima stagione da professionista è stata subito ricca di soddisfazioni, mentre altri hanno lanciato qualche segnale importante, ma da confermare nel prossimo futuro. Qualcuno invece ha fatto più fatica del previsto a ritagliarsi il suo spazio, ma in tutte queste valutazioni c’è sempre da tenere in considerazione la giovane, quando non giovanissima, età del corridore in questione. Vediamo comunque come sono andate le dieci potenziali “nuove stelle” del 2025.

1. Pablo Torres (UAE Team Emirates XRG): Le aspettative erano alte, forse troppo. Il risultato non è stato negativo, ma neanche esaltante. È vero, approdare nella UAE Team Emirates-XRG di Pogacar nell’anno dell’esplosione di Del Toro, in ogni caso, limita le già poche possibilità. Lo spagnolo dal canto suo ha risposto con un bel terzo posto nella classifica generale del Giro d’Abruzzo, chiudendo quarto a Roccaraso, e poco altro. Anche il settimo posto al Tour de l’Avenir, viste le premesse, non è un risultato da festeggiare. Era una stagione di passaggio e di crescita e lo è stata, con un bel piazzamento e tanta esperienza, anche nelle corse World Tour. Ci aspettavamo comunque di più e restiamo convinti che possa arrivare, magari nelle prossime stagioni.

2. Niklas Behrens (Visma | Lease a Bike): Il passaggio in una corazzata così importante poteva essere un trampolino di lancio o uno scotto da pagare. Forse la seconda opzione ha prevalso in questa stagione di debutto tra i professionisti, dove il tedeschino ha raccolto giusto qualche piazzamento in volata al Giro di Slovacchia, spesso battuto da corridori con meno considerazione di lui. Di sicuro, la scelta di un team con già velocisti importanti e comunque più concentrato sulla classifica generale ne limita le ambizioni personali, ma l’impressione è che avrebbe potuto ambire a qualcosa di più. Per ora resta un passista di grande motore anche tra i professionisti: spetterà a lui dimostrare di poter essere anche altro.

3. Léo Bisiaux (Decathlon AG2R La Mondiale): Tra i neoprofessionisti è stato uno dei pochi in grado di cogliere la prima vittoria, piazzando la zampata vincente sull’arrivo di Valpuesta nella terza tappa della Vuelta a Burgos, dove ha anche indossato la maglia di leader della classifica generale per poi salire sul podio finale al terzo posto. Una prestazione che conferma il suo grande talento e ha convinto la squadra a portarlo anche alla Vuelta a España, dove per la prima volta si è cimentato in un Grand Tour. Sarebbe stato ingiusto probabilmente chiedergli di più: l’impressione è che la qualità ci sia, soprattutto quando è in giornata buona. Tra i giovani prospetti, il francesino della Decathlon AG2R La Mondiale è forse passato un po’ in sordina a causa di un suo connazionale e compagno di squadra, ma merita di essere annoverato tra i migliori rookie del 2025.

4. Jørgen Nordhagen (Visma | Lease a Bike): Un talento cristallino e indiscutibile, con margini di crescita buoni nel fisico e piuttosto ampi nella gestione della corsa. Al di là del modo in cui ha perso il Giro NextGen, dove non ha nemmeno agguantato il podio pur essendo il più forte in salita, il norvegese ha fatto vedere perché in casa Visma si crede in lui come nel possibile capitano del futuro per le corse a tappe. 13° al Romandia, al Giro di Norvegia e al Tour de l’Ain, ha chiuso la stagione con un ottimo 5° posto in classifica generale al Tour of Guangxi, guarda a caso appena davanti a quel Cian Uijtdebroeks di cui forse è chiamato a sostituire il ruolo di promessa nello scacchiere tattico del team. Arriva dallo sci di fondo e il posizionamento in corsa non è ancora il più forte, così come la gestione delle energie: diamogli tempo per affinare queste doti e siamo sicuri che potremo vederlo lottare per posizioni migliori. Intanto, buona la prima.

5. Albert Withen Philipsen (Lidl – Trek): Una stagione solida per il danese, che ha subito dimostrato di poter competere con i grandi. Se il sesto posto alla Eschborn-Frankfurt lo avevano proiettato tra i possibili uomini da classiche (come d’altronde dimostrato dalla vittoria nella Parigi-Roubaix Espoirs), il 3° posto al Giro d’Ungheria dimostra che in corse a tappe non troppo dure può dire la sua. Finale di stagione in crescendo, anche su banchi di prova importanti: 10° al Giro dell’Emilia, 2° alla Tre Valli Varesine (dietro solo Pogacar), 3° alla Parigi-Tours. È mancata giusto la vittoria, ma l’impressione è che non tarderà ad arrivare. In casa Lidl-Trek hanno già l’acquolina in bocca.

6. Paul Seixas (Decathlon AG2R La Mondiale): Il più convincente di tutti, per distacco. La stellina francese si è presentata tra i grandi con il quinto posto al GP La Marseillaise, per poi trovare un’ottima seconda piazza alla Paris-Camembert. Non contento, ha impressionato al Tour of the Alps 2025, dove ha chiuso per quattro volte (su cinque tappe) nei primi sei, con tre podi di tappa tra cui un secondo posto nella frazione di Lienz, in cui è arrivato in parata con il compagno di squadra Nicholas Prudhomme, a cui ha lasciato la vittoria. Il 2025 da protagonista assoluto è proseguito con l’ottavo posto in classifica generale al Giro del Delfinato, ulteriore dimostrazione delle sue qualità nelle corse a tappe dure. Il successo nella classifica generale del Tour de l’Avenir, ampiamente pronosticabile, è stato seguito da due piazzamenti tutt’altro che scontati: il bronzo agli Europei élite (dietro solo a Pogacar ed Evenepoel) e il 7° posto al Lombardia, due corse di livello massimo. Se per vederlo all’opera nei Grand Tour abbiamo dovuto aspettare, la domanda circola già tra gli appassionati: sarà lui, tra qualche anno, il grande rivale di Pogacar? È prestissimo per dirlo e forse mettergli questa pressione rischia di bruciarlo. Intanto, però, la sua stagione da rookie invoglia all’entusiasmo.

7. Florian Kajamini (XDS Astana): Il salto tra i grandi non è stato facilissimo per il classe 2003, che non è riuscito a dare il suo contributo all’annata comunque eccezionale della squadra kazaka. Il debutto pronti via in due corse World Tour come UAE Tour e Tirreno-Adriatico non lo ha aiutato, né il 17° posto in classifica generale alla Settimana Coppi e Bartali può essere considerato abbastanza per uno con le sue qualità. La sfilza di DNF a fine stagione certifica forse che il primo anno lo ha segnato nel fisico e questo può essere un buon segno: tutta questa fatica servirà già l’anno prossimo, a cui arriverà con esperienza in più.

8. Tibor Del Grosso (Alpecin – Deceuninck): Zitto zitto, il neerlandese ha corso e convinto tanto. Oltre ad aver ottenuto il suo primo successo da professionista vincendo in volata una tappa del Giro di Turchia, il classe 2003 ha mostrato una costanza tutto sommato invidiabile a questi livelli e a questa età. Dopo l’esordio alla Parigi-Nizza in cui ha un po’ rotto il ghiaccio, si è piazzato alla Volta a Catalunya (2° e 3°, in una corsa World Tour), alla Dwars door Vlaanderen (6°, appena dietro a Mads Pedersen), al Giro di Norvegia, al Tour de Wallonie, al Giro di Danimarca, al Renewi Tour e in diverse classiche belghe, prima di salire sul podio dei campionati nazionali di gravel e della Serenissima Gravel. Insomma, il 22enne è andato forte da marzo a ottobre praticamente in ogni corsa a cui ha preso parte, anche su terreni molto diversi tra loro. Il suo impatto tra i professionisti è stato notevole e ci aspettiamo che possa confermarsi su alti livelli.

9. Tim Torn Teutenberg (Lidl – Trek): Gli è mancato giusto l’acuto della vittoria, perché per il resto il tedesco ha dimostrato di poter tranquillamente essere un velocista di livello. Quarto in due tappe del Tour Down Under, ha ottenuto una top ten anche alla Ronde Van Limburg oltre a letteralmente ogni corsa a tappe in cui ha partecipato in stagione. Un risultato non scontato, se si considera che ha gareggiato anche in competizioni World Tour, come ad esempio il Giro di Polonia, e .Pro, come Belgium Tour, Giro di Slovenia e Giro d’Ungheria. Il suo unico difetto? Forse essere nella squadra che ha nelle sue fila Jonathan Milan e Mads Pedersen. Trovare spazio in contesti più importante non sarà semplice, anzi. Il rischio, soprattutto se dovessero arrivare tanti altri piazzamenti, è di doversi mettere a disposizione. Ma l’avvio è davvero incoraggiante.

10. Andrea Raccagni Noviero (Soudal Quick-Step): L’esempio perfetto di come si possano ottenere risultati anche quando si deve spesso lavorare per i compagni di squadra. Nella Soudal Quick-Step non mancano i velocisti affermati, eppure il classe 2004 è riuscito a ritagliarsi qualche piazzamento, come il quarto posto alla Coppa Bernocchi e il settimo alla Coppa Agostoni nel finale di stagione. Qualche top ten è arrivata anche alla Settimana Coppi e Bartali e al Giro di Slovacchia, oltre a un quarto posto al Polonia nell’unica tappa in cui non ha dovuto lavorare per Magnier. Oltre a questo, il debutto alla Parigi-Roubaix, che serve a fare esperienza in una Monumento che non si inventa da un giorno all’altro. Insomma, le fondamenta su cui costruire una carriera lunga e piena di soddisfazioni sono solide.