L’Ordine degli Architetti PPC di Como ha il piacere di organizzare una mostra, presso la sede Novocomum, per ricordare la figura del collega Piero Carlo Noè, non solo come architetto, che per l’Ordine di Como tanto si è prodigato, ma anche come artista. La mostra, realizzata su iniziativa della Presidente uscente dell’Ordine, Giovanna Saladanna, sarà visitabile dal 31 ottobre al 30 novembre, con inaugurazione giovedì 30 ottobre alle ore 17.30.

“Impossibile dimenticare la professionalità dell’Architetto Piero Carlo Noè – commenta Giovanna Saladannache, unita all’ironia, lo faceva identificare come un personaggio unico in grado di sdrammatizzare e risolvere con grande competenza anche problemi complessi. La Famiglia, quando ho comunicato l’intenzione di dedicargli questa piccola mostra si è resa disponibile ad aprire, su appuntamento, lo studio che conserva anche parte dell’archivio di Luigi Zuccoli di cui Piero Carlo è stato collaboratore. Ci auguriamo che questo omaggio a lui dedicato possa aiutare anche i giovani iscritti a conoscere un collega che con la sua fantastica personalità ha contribuito a far crescere il nostro Ordine”.

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Nel corso della sua lunga carriera, Noè ha interpretato l’architettura come un atto di cura verso la città e il paesaggio. Nei suoi interventi di restauro e riqualificazione del patrimonio esistente, da via Cinque Giornate a piazza Volta, da via Porta a piazza del Duomo, emerge una costante attenzione alla storia dei luoghi e al loro valore simbolico. Ogni progetto diventa un esercizio di equilibrio tra la memoria e la necessità di trasformazione, un gesto misurato capace di rigenerare senza cancellare.

Alla dimensione urbana affianca opere di nuova costruzione in contesti di grande sensibilità ambientale, dove la topografia diventa elemento compositivo primari. Tra queste, la Chiesa di Lipomo (con l’ingegnere Paolo Biscotti, concorso 1988, consacrata nel 1993) rappresenta il vertice della sua poetica progettuale: un edificio parzialmente ipogeo, che si inserisce nel paesaggio senza sopraffarlo, lasciando emergere dal prato un segno organico, discreto e potente al tempo stesso.

Ad integrazione della mostra, lo spazio espositivo di Piazza del Popolo 9, sede dell’archivio Noè+Zuccoli, sarà visitabile su appuntamento fino al 30 novembre, secondo gli orari indicati:

mercoledì mattina dalle h. 9.00 alle 12.30
venerdì pomeriggio dalle h.14.30 alle18.30

Visite solo su appuntamento e prenotabili via mail: ste.os.arch@gmail.com

All’interno dello spazio espositivo dell’archivio di Piazza del Popolo 9 convivono disegni, modelli in scala dei suoi progetti architettonici più importanti, accanto a una collezione di curiosità, reliquie invenzioni personali: oggetti quotidiani dipinti nel suo inconfondibile motivo ‘mucca’ a macchie bianche e nere, la sezione proveniente dal secolare albero abbattuto, dopo molte polemiche, nella Piazza di Fronte al Teatro Sociale di Como, e una fila di sedute in velluto provenienti dal restauro dello stesso teatro. Il suo lascito è quello di un architetto che ha saputo ascoltare, interpretare e restituire, con sobrietà e intensità, l’anima dei luoghi e delle persone che li abitano.

Piero Carlo Noè (1947–2021)

Architetto

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Laureato in Architettura al Politecnico di Milano, Piero Carlo Noè inizia la sua attività professionale a Como, città con la quale intreccerà per tutta la vita un dialogo profondo. Negli anni Settanta collabora con l’architetto Luigi Zuccoli, figura erede del razionalismo comasco, allievo di Terragni e protagonista della “Como moderna”. Accanto a lui partecipa a progetti che segnano una stagione di rinnovamento architettonico, tra cui i Villini di via Giovio, la Scuola Elementare di Sagnino e il Monumento alla Resistenza Europea (1978), progetto vincitore di concorso ma mai realizzato.

Nel corso della sua carriera, Noè ha interpretato l’architettura come un atto di cura verso la città e il paesaggio. Nei suoi interventi di restauro e riqualificazione del patrimonio esistente, da via Cinque Giornate a piazza Volta, da via Porta a piazza del Duomo, emerge una costante attenzione alla storia dei luoghi e al loro valore simbolico. Ogni progetto diventa un esercizio di equilibrio tra la memoria e la necessità di trasformazione, un gesto misurato capace di rigenerare senza cancellare.

Alla dimensione urbana affianca opere di nuova costruzione in contesti di grande sensibilità ambientale, dove la topografia diventa elemento compositivo primari. Tra queste, la Chiesa di Lipomo (con l’ingegnere Paolo Biscotti, concorso 1988, consacrata nel 1993) rappresenta il vertice della sua poetica progettuale: un edificio parzialmente ipogeo, che si inserisce nel paesaggio senza sopraffarlo, lasciando emergere dal prato un segno organico, discreto e potente al tempo stesso.

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All’interno, la drammatica copertura in cemento, segnata da pieghe e ondulazioni, accoglie la luce naturale come materia viva. Gli arredi liturgici e la parete vetrata dell’altare, opere dello scultore Eli Riva, completano l’insieme con una tensione spirituale che unisce arte e architettura in un unico respiro. La ricerca di Piero Carlo Noè è sempre rimasta fedele a una visione etica e poetica del costruire: un’architettura che si misura con la realtà, ma che aspira al silenzio e alla durata.

Tra i diversi incarichi ricoperti nella sua vita, Noè è stato primo presidente di Como Servizi Urbani, ruolo che ha svolto per due mandati, dal 1997 al 2003. Fondamentale è stato il suo apporto operativo nell’impostazione della società di servizi, la creazione del logo CSU e le prime sperimentazioni con i parcometri.

Piero Carlo Noè è ricordato da colleghi e amici non solo per le sue opere architettoniche, ma anche per le sue creazioni artistiche, oggi conservate in un archivio informale allestito dalle sue tre figlie e dai suoi collaboratori, una ricostruzione fedele di quello che fu il suo studio per tanti anni, e prima di lui di Luigi Zuccoli: un luogo di creatività, dialogo e convivialità.