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L’esercito ucraino ha sferrato un attacco di droni su obiettivi industriali strategici nelle regioni occidentali della Russia, colpendo una raffineria di petrolio e un importante impianto chimico. Secondo quanto riportato da fonti russe su Telegram, tra cui RIA Novosti e Shot, uno dei bersagli è stata la raffineria NS-Oil, situata nella comunità di Novospasskoye, nell’oblast’ di Ul’janovsk. L’impianto, che elabora fino a 600.000 tonnellate di idrocarburi l’anno, è inserito nell’elenco delle imprese strategiche del Ministero dell’Energia russo e rifornisce il mercato interno di prodotti petroliferi.
APPROFONDIMENTI
I raid, cosa è successo
Un altro attacco ha interessato lo stabilimento Stavrolen a Budënnovsk, nel Territorio di Stavropol, sussidiaria della compagnia Lukoil e tra i più grandi complessi chimici del Paese.
L’impianto produce benzene, polietilene e altri derivati petrolchimici impiegati anche nell’industria militare russa. Stavrolen è un polo industriale integrato con una propria centrale termoelettrica, che alimenta la produzione interna e contribuisce alla rete energetica regionale. Un terzo attacco, riferisce il canale “Ucraina 365”, ha colpito la raffineria Mariysky nel villaggio di Tabashino, nei pressi di Yoshkar-Ola, nella Repubblica di Mari El. L’impianto, situato vicino all’oleodotto Surgut-Polotsk, tratta fino a 1,6 milioni di tonnellate di greggio l’anno e produce carburanti per motori e uso marittimo, gasolio da vuoto e materie prime per la produzione di bitume.Attacco record
Le autorità russe non hanno ancora confermato ufficialmente i danni, ma diversi canali filogovernativi hanno ammesso che le difese aeree non sono riuscite a intercettare i droni, che hanno percorso oltre mille chilometri dal confine ucraino per raggiungere i bersagli. L’operazione rappresenta uno dei raid più profondi mai condotti da Kiev nel territorio russo dall’inizio dell’invasione, dimostrando l’evoluzione delle sue capacità di attacco a lungo raggio.
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