di
Luigi Ippolito
L’allarme del direttore generale, Scott McDonald. Dubbi sulla linea che prenderà la ministra degli Esteri Yvette Cooper
Quanti di noi hanno mosso i primi passi tra la lingua di Shakespeare nelle aule del British Council: ma adesso l’istituto culturale britannico, uno dei pilastri del soft power del Regno Unito, è sull’orlo della bancarotta. «Stiamo vendendo tutto quello che abbiamo da vendere, non abbiamo altro», ha detto il direttore generale, Scott McDonald, durante un’audizione in Parlamento: ma nonostante ciò, si trovano lo stesso «in un reale pericolo finanziario».
A pesare sui conti del British Council è la flessione della domanda di corsi ed esami di lingua dopo la pandemia, oltre a un oneroso prestito di circa 200 milioni di sterline contratto durante il Covid per restare a galla. Di qui la decisione di chiudere le operazioni in 35 Paesi (l’istituto è presente in circa 100 nazioni) e vendere immobili per circa 90 milioni di sterline, oltre agli inevitabili licenziamenti. All’esame c’è anche l’idea di cedere la propria collezione di opere d’arte, forte di novemila pezzi, che da sola vale circa 200 milioni di sterline.
Fondato nel 1934 come braccio culturale del Foreign Office, il British Council con le sue iniziative raggiunge circa 650 milioni di persone nel mondo: ed è anche per questo che, in termini di soft power, ossia la capacità di influenzare gli altri tramite la lingua, la cultura, le arti e lo stile di vita, la Gran Bretagna è forse seconda nel mondo solo agli Stati Uniti. Un tipo di massaggio che è spesso sgradito ai regimi autoritari: non a caso la Russia ha messo al bando il British Council.
Il precedente ministro degli Esteri, il laburista David Lammy, era un entusiasta del «potere morbido», tanto da lanciare un «Consiglio del Soft Power» all’interno del Foreign Office: ma bisogna vedere se l’attuale titolare del dicastero, Yvette Cooper, entrata in carica meno di due mesi fa e personaggio piuttosto inflessibile, seguirà la stessa strada. Al ministero degli Esteri assicurano che faranno di tutto per garantire la sopravvivenza dell’istituto: se andasse a fondo, sarebbe come ammainare la bandiera britannica nel mondo.
29 ottobre 2025 ( modifica il 29 ottobre 2025 | 17:09)
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