di
Maria Egizia Fiaschetti

L’ipotesi di modificare il Regolamento dell’ex giunta Raggi. Il parlamentino di via della Greca contrario alla riduzione da 4 mesi a 45 giorni dei tempi di assegnazione delle postazioni

L’amministrazione vuole rimettere mano al Regolamento per lo svolgimento di attività nel campo delle arti figurative su area pubblica adottato dall’ex giunta di Virginia Raggi nel 2017. Lo scorso 18 settembre l’esecutivo capitolino ha recepito le proposte di modifica dell’assessore alla Cultura, Massimiliano Smeriglio che, prima degli eventuali emendamenti e dell’approvazione in Consiglio comunale, sono state sottoposte ai Municipi per le osservazioni e i rilievi del caso. La riformulazione si è resa necessaria «alla luce dell’esperienza maturata, delle criticità rilevate e delle nuove esigenze di semplificazione e trasparenza procedurale».

Dal momento che il Regolamento rappresenta una norma di carattere generale, il Campidoglio vuole che i criteri di selezione non siano inseriti al suo interno — il Consiglio di Stato ha dato ragione a un ricorrente che contestava il titolo di anzianità come fattore discriminante nell’assegnazione del punteggio — ma nel bando pubblico nel quale sono indicati i parametri e le modalità per la scelta dei candidati. 



















































Ipotesi di aumentare gli spazi e concessioni triennali

Su questo punto il I Municipio però, che pur approvando la riforma ha sollevato una serie di obiezioni votate all’unanimità, chiede che la procedura selettiva includa una prova d’artista, una sorta di esame pratico come già avvenuto in passato, a corredo del curriculum e dei titoli di studio. La sollecitazione nasce dal fatto che la maggior parte dei pittori di strada si concentra nel sito Unesco, 25 soltanto a piazza Navona su un totale di 204 dislocati in 65 aree, nel quale gravita la più alta percentuale di turisti ed è alto il rischio di falsificazioni, dalle stampe ritoccate a mano alle immagini fotocopiate.

Un’altra annotazione riguarda la nomina di una commissione formata da componenti interni o esterni all’amministrazione, «in possesso di un’appropriata professionalità in ambito culturale»: secondo il parlamentino di via della Greca le specificità e le competenze di chi giudica le opere dovrebbero essere meglio definite. Ma a preoccupare il I Municipio è soprattutto la riduzione da quattro mesi a quarantacinque giorni del termine massimo per individuare le aree e le postazioni da assegnare, ancor più dal momento che il Comune apre all’ipotesi di aumentare gli spazi (ciascuna postazione non può superare i 2 metri quadrati), nonostante l’endemica carenza di personale negli uffici municipali. Di contro, si vuole abbassare da cinque a tre anni la durata della concessione per favorire l’alternanza.

Piazza Navona, la pittrice: «Con il nuovo bando che fine faremo?»

«Che fine faranno i pittori che stanno qui? — si interroga Kristina Milakovic, paesaggista di origine serba diplomata all’Accademia di Belle Arti di Firenze e residente a Roma da 30 anni che dipinge in piazza Navona —. Nel 2019 noi abbiamo già sostenuto una prova, si è formata una graduatoria… Pensano di rifare tutto da capo?». Quanto alla paccottiglia, Milakovic assicura che il problema non è in piazza, dove «la situazione è sotto controllo», ma nei vicoli limitrofi invasi da schiere di ambulanti abusivi: «Sono centinaia». L’artista è preoccupata che il nuovo bando possa mettere in discussione un equilibrio raggiunto dopo anni di battaglie: «O aumentano gli spazi, visto che siamo pochi, o devono spostarci in un’altra piazza». Sebbene alla pittura en plein air affianchi il lavoro in studio a Campo de’ Fiori, Milakovic è affezionata al suo posto, per quanto piccolo, in piazza Navona: «Mi piace mostrare come lavoro e incontrare persone provenienti da tutto il mondo… E poi, stare vicino a Bernini è un privilegio unico».


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29 ottobre 2025