ANSAcom – In collaborazione con
Mutti
Nel dibattito contemporaneo sul futuro del pianeta emerge con forza la necessità di una riflessione profonda sul rapporto tra uomo e ambiente. E nell’ambito della Biennale Architettura di Venezia – che proprio quest’anno riflette sul cambiamento e sulla necessità di adattarsi -, Francesco Mutti, ad dell’omonima azienda leader nella lavorazione del pomodoro 100% italiano, ha discusso con il curatore della 19/a Mostra, Carlo Ratti, e il climatologo e divulgatore scientifico Luca Mercalli sul nostro modello di vita e di produzione, e su una necessità: non rimandare l’impegno sul fronte della transizione. Ratti, dalle Corderie dell’Arsenale, ha sottolineato l’urgenza di “ripensare l’architettura in chiave di adattamento. Con la popolazione in diminuzione e il clima in rapido mutamento – ha fatto presente -, la sfida del futuro non sarà costruire di più, ma riutilizzare e rigenerare ciò che già esiste, riducendo il consumo di suolo e valorizzando le risorse presenti”. Per parte propria, Mercalli ha lanciato un avvertimento preciso: “Il 2030 rappresenta una scadenza simbolica ma concreta. L’architettura è parte del problema, non solo una vittima del cambiamento climatico” perché “ogni metro di suolo cementificato è perso per sempre”. Dal mondo produttivo, Mutti ha richiamato invece alla necessità di trovare un equilibrio tra sostenibilità di un’azienda e competitività economica, mettendo in luce anche l’impegno della propria impresa nel restituire spazi alla natura: ne è un esempio la mensa aziendale Quisimangia, simbolo di integrazione con il paesaggio e di economia circolare. È una struttura scavata nel terreno, con un tetto di terra viva che crea continuità con il prato circostante. E al suo interno, i pavimenti sono realizzati con una resina speciale ottenuta dal riciclo di tre quintali di bucce di pomodoro. Per cambiare davvero, ha messo ancora in luce l’amministratore delegato di Mutti, “servono investimenti enormi che qualcuno dovrà sostenere”. L’imprenditore ha quindi messo in guardia il pubblico anche sulla crisi alimentare globale, sottolineando come le scorte di materie prime come grano, mais e olio siano calate fino al 35% dal 2019. E dalla Biennale che guarda anche all’intelligenza artificiale per ridisegnare il futuro, ha spiegato: “Non possiamo illuderci che la tecnologia risolva tutto: le basi della vita stessa stanno diventando sempre più fragili”.
ANSAcom – In collaborazione con
Mutti