Roma, 29 ottobre 2025 – Il film su Bruce Springsteen ‘Liberami dal nulla’ era annunciato come un grande omaggio alla carriera del “Boss”. Il debutto in sala, però, non ha avuto l’impatto sperato: incassi contenuti e recensioni tiepide hanno raffreddato l’entusiasmo. Secondo le analisi di testate internazionali come Variety e The Hollywood Reporter, la pellicola potrebbe trovare una seconda vita sulle piattaforme digitali, dove una parte consistente del pubblico di Springsteen guarda abitualmente concerti e documentari musicali.
Un debutto sotto le attese
Nei primi giorni di programmazione il film ha registrato incassi inferiori alle previsioni, sia negli Stati Uniti che in Italia. Variety ha definito l’apertura “deludente rispetto alle aspettative di un biopic di richiamo”, mentre The Hollywood Reporter ha sottolineato come “l’interesse sia stato forte tra i fan più accaniti, ma non abbastanza da riempire le sale”. In Italia la curiosità iniziale ha portato buoni numeri alle prime proiezioni, ma il pubblico si è diradato già dal weekend seguente. La critica è spaccata: Rolling Stone ha apprezzato la prova attoriale e il taglio intimista, ma altre testate come IndieWire, parlano di una regia “corretta ma incapace di riprodurre la potenza emotiva dei concerti del Boss”.
Un racconto più intimo che spettacolare
La scelta del film è quella di raccontare l’uomo più che il mito. Il cuore del film è uno dei periodi più fragili della vita del Boss: gli anni segnati dalla depressione e dal lavoro su “Nebraska”, album cupo e intimista che nascondeva una crisi personale profonda. Non ci sono grandi concerti, folle urlanti o momenti trionfali: c’è un artista che si sente improvvisamente vuoto, nonostante la fama. Ed è una scelta consapevole. Nella sua autobiografia Born to Run, Springsteen aveva scritto: «La gloria delle luci e degli stadi pieni non riesce a zittire la voce nella tua testa. A volte sei tu il tuo nemico più duro». Ed è quella voce che il film prova a raccontare. Niente esplosioni musicali quindi, nessun approccio alla Bohemian Rhapsody, ma un percorso più personale e introspettivo. È una direzione apprezzata da chi vede la rockstar come un autore e non solo come un performer, ma rischia di deludere chi si aspettava un’opera travolgente e “rock”.
Lo streaming potrebbe cambiarne il destino
Testate come Deadline e ScreenRant ricordano che molti biopic recenti hanno performato meglio sulle piattaforme che in sala È un dato rilevante: una parte del pubblico di Springsteen non frequenta più abitualmente il cinema, ma segue contenuti musicali in streaming, su TV e dispositivi personali. Per questo, diversi osservatori sostengono che il film possa recuperare terreno fuori dalle sale. Non si può escludere che il passaparola digitale e l’uscita in catalogo possano trasformare una partenza lenta in un successo a scoppio ritardato.