di
Rosanna Scardi

L’artista presenta «Due.I», opera sperimentale in formato disco: «La politica va per i cavoli suoi. I diritti civili appartengono all’umanità»

Ivan Cattaneo torna con un’opera multimediale sperimentale: «Due.I» come due Ivan. Esce domani, solo in formato fisico.

Da un lato, «Titanic-Orkestra», concept album che reinterpreta la vicenda del transatlantico attraverso 24 personaggi immaginari, ognuno dei quali prende voce in una delle 24 canzoni inedite: si tratta di due cd e un dvd che raccoglie i lavori di videoarte realizzati da Cattaneo. Capovolgendo il volume, si entra nella seconda parte, «Un mammifero che canta», in cui l’artista si racconta attraverso aforismi, poesie, racconti, fiabe, opere pittoriche e fotografie. La completano altri due cd: il primo con 19 brani storici, tra cui «Polisex e «Male bello», il secondo con i successi revival come «Una zebra a pois», «Una bambolina che fa no no no» e «Il geghegè».



















































Cattaneo, perché ha usato il Titanic come pretesto narrativo?
«Era la nave più potente del mondo, che navigava a una velocità supersonica: simboleggia l’uomo di oggi che vive immerso nel telefonino, ma ha perso l’orizzonte, le capacità dell’anima e animalesche. In contrapposizione alla tecnologia che distrugge c’è la natura: “Un mammifero che canta” è il mio modo umile per affermare chi sono».

Nella prima parte, lei è Cat-Ivan, maestro di cerimonia assieme all’Orkestra, che dedica a ciascun personaggio una canzone, un testo poetico, un ritratto e un video. Il suo preferito?
«Il compositore Gustav von Aschenbach (protagonista di “Morte a Venezia”) che sul Titanic non salirà, cantato in “Esteta d’estate”: gay ottocentesco che non poteva rivelare la sua essenza».

Sono stati compiuti molti passi avanti.
«La politica va per i cavoli suoi. I diritti civili appartengono all’umanità. E molto lentamente avanzano. Io sono stato il primo a fare coming out. Non è stato facile, ero inconsapevole e incosciente, ma ero “quella cosa lì” e non potevo essere altrimenti».

Il primo singolo, «Saffo love», canta le donne che amano le donne.
«È un omaggio alla fascinazione del mondo gay femminile: gli uomini restano cacciatori, te li ritrovi in sauna, mentre le donne hanno relazioni piu durature. Spero di diventare lesbica (sorride, ndr)».

Tra i pezzi nuovi si autodedica «Una lebbra a pois».
«È una canzone che mi è rimasta appiccicata addosso, ecco perché da “Zebra” passo a “Lebbra” in modo ironico. Scritta da Lelio Luttazzi, è stata cantata da Mina (anche se la mia versione ha avuto più successo)».

Sono quasi 300 gli aforismi su settemila scritti. Tra questi: «La politica è come un paio di scarpe, c’è la destra e c’è la sinistra. Io ho sempre camminato scalzo».
«È così: ho avuto delle simpatie per Adelaide Aglietta, per Pannella, Bonino. Come nella religione, ci sono dei maestri da cui poi ti allontani».

Un altro: «Ricorda che col tempo la tua bellezza la dovrai restituire».
«Guardo le foto di Sofia Loren, Claudia Cardinale, Brigitte Bardot. Purtroppo, alle dive non è permesso invecchiare. Che peccato, tutta quella bellezza la devono restituire».

Lei sembra un ragazzo.
«Io ho 18 anni e molti mesi».

Scrive di «concerti che somigliano a grandi karaoke» e artisti che hanno una bella voce di qualità pari ad avere «un bel naso o un bel culo».
«Tutti cantano bene la stessa canzone. Sono inutilmente bravi. Battisti era un po’ stonato, Jovanotti non ha chissà che voce, Madonna neppure. Ma hanno una personalità che li differenzia da tutti».

Nel racconto «Una fan particolare» si riferisce alla morte. Crede nell’aldilà?
«La mia idea è che non ci accorgeremo di morire, come se non fossimo mai nati: siamo otto miliardi di corpi e un’anima. Ci riuniremo con tutto, come una goccia che torna all’oceano».

Lei è originario di Pianico sul Lago d’Iseo: che ricordi ha di Bergamo?
«Ero in seminario per diventare prete. In prima media al Sarpi sono stato bocciato. Percorrevo a piedi 10-12 chilometri al giorno, anche sotto la neve, per andare e tornare da scuola. È stato un brutto periodo, ma Bergamo l’ho sempre amata. Ho tanti amici, mi piace esibirmi al Druso e andare al Divina di Grassobbio a trovare le drag queen».


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30 ottobre 2025 ( modifica il 30 ottobre 2025 | 08:13)