La vicenda familiare che coinvolge Evelina Sgarbi e suo padre Vittorio, critico d’arte e personaggio pubblico da sempre al centro del dibattito, continua a far discutere. Dopo settimane di dichiarazioni e interviste, Evelina si è presentata in tribunale per ribadire la richiesta di nomina di un amministratore di sostegno per il padre.
Al termine dell’udienza, la giudice Paola Scorza ha scelto di rinviare la decisione. Evelina, però, non è rimasta in silenzio e ha affidato le sue parole a una nota, spiegando ancora una volta i motivi della sua scelta.
Evelina Sgarbi, le parole dopo il tribunale
Evelina Sgarbi continua a sostenere che suo padre abbia bisogno di essere affiancato da un amministratore. Dopo aver raccontato più volte la sua versione in diverse interviste e dichiarazioni, davanti alla giudice Scorza ha confermato la propria posizione anche in presenza dei familiari.
Una convinzione che, almeno per ora, non è bastata a portare a un esito definitivo: la decisione è stata rimandata.
Ma Evelina ha comunque voluto commentare la giornata tramite una nota in cui, ancora una volta, cerca di spiegare le sue ragioni, confermando di agire solo per il bene del padre: “Non mi interessano i commenti delle persone che puntano contro di me l’indice accusatore per aver messo in piazza la verità su mio padre Vittorio Sgarbi. Se questo ha contribuito ad accendere i fari su una situazione drammatica e anche solo indirettamente a far migliorare le condizioni di salute di mio padre, sono fiera di averlo fatto e lo rifarei altre cento, mille volte”.
La Sgarbi, nella nota, si è poi riferita alla giudice sostenendo che fosse “preoccupata dell’aspetto mediatico”. La nota prosegue spiegando che la giudice avrebbe accettato un libro in dono da parte di Sgarbi chiedendone l’autografo, cosa che ha turbato Evelina: “Un clima troppo ispirato al ‘volemose bene’, quasi che il mio essere giovane significasse poter essere trattata come una cittadina di serie B”.
”Ho percepito un clima di ostilità con atteggiamenti paternalistici del tutto fuori luogo”, prosegue, spiegando di essersi sentita ammonita per aver portato alla luce dei media televisivi la situazione di suo padre: “La salute di mio padre dipende dal fatto se io parlo o non parlo coi giornalisti? Se vado o non vado in tv?”
“Sono interessata a salvare mio padre, che ho visto molto depresso, molto spento, con uno sguardo che non è più il suo. Non mi interessa il bon ton né la retorica da strapazzo attorno al personaggio Sgarbi’,’ ha poi concluso.
Vittorio Sgarbi, la reazione alla richiesta di Evelina
Anche Vittorio Sgarbi era presente in aula, deciso a respingere la richiesta avanzata dalla figlia. Già in passato, infatti, aveva ribadito che a suo dire non si trattava di un provvedimento necessario.
“Io incapace? Niente di più falso. Evelina è esosa, ecco perché ha avuto questa iniziava. La sostengo, la mantengo io, quindi vuole di più di quello che ha”, aveva dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera. “Ovviamente mi opporrò alla sua iniziativa giudiziaria”.
In tribunale, il critico d’arte si è presentato con un libro scritto nei mesi in cui non è stato bene, che ha voluto donare alla giudice Paola Scorza con tanto di dedica. Un gesto che, nelle parole di Evelina, ha contribuito a creare un clima poco formale e per lei sminuente.
La vicenda, dunque, resta sospesa: da un lato la figlia che chiede una tutela formale per il padre, dall’altro lo stesso Sgarbi che rivendica autonomia e lucidità. La decisione finale spetterà ora alla giudice, chiamata a valutare una questione che intreccia salute, rapporti familiari e il peso di un personaggio pubblico sempre sotto i riflettori.
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