Maxi operazione antidroga nel quartiere milanese della Barona, nelle prime ore di giovedì 30 ottobre. Diciannove persone sono finite in carcere, su ordinanza del gip e su richiesta della direzione distrettuale antimafia di Milano. Tra queste una donna ritenuta tra le figure di vertice di un’organizzazione che si occupava di spaccio di droga, legata al clan Calajò. Una “boss” mai colpita in precedenza in occasione dei fermi di aprile 2023 (da parte dei carabinieri del Ros) e degli arresti di febbraio 2024 (da parte della polizia penitenziaria).

Il clan Calajò

Ed è proprio da quegli arresti che la polizia penitenziaria di Opera ha avviato l’indagine, con intercettazioni ambientali attraverso cui è stato confermato il ruolo della donna, che si era messa a gestire lo spaccio di droga in Barona per conto dei vertici della famiglia Calajò, detenuti dopo gli arresti.

Una donna come capo

La donna a capo dell’organizzazione si occupava in particolare di attribuire ruoli e compiti ben definiti, dall’approvvigionamento dello stupefacente al confezionamento, trasporto e distribuzione, e dirigeva l’attività. Attraverso le indagini si è arrivati a ricostruire l’organizzazione e individuarne i membri. Gli arresti sono stati eseguiti dal personale dei carabinieri del Ros, nonché dai poliziotti penitenziari di Opera e del nucleo investigativo regionale, con la collaborazione del comando provinciale dei carabinieri e del commissariato di polizia di Milano Ticinese.