Il progetto dell’euro digitale entra nel vivo. La Banca Centrale Europea (Bce) ha annunciato oggi il passaggio alla fase operativa, dopo aver concluso con successo la fase preparatoria avviata nel novembre 2023. Una mossa che risponde alla richiesta dei leader Ue di accelerare i tempi, per non restare indietro nella rivoluzione dei pagamenti digitali.

Pubblicate per la prima volta le stime sui costi

Ulteriori dettagli sono emersi oggi dalla nota della Banca Centrale Europea. Secondo la Bce, l‘euro digitale sarà uno strumento per preservare la libertà di scelta e la privacy dei cittadini, oltre a tutelare la sovranità monetaria e la sicurezza economica dell’Europa. L’obiettivo dichiarato è promuovere l’innovazione e rendere i pagamenti nel continente più “competitivi, resilienti e inclusivi”.

E per la prima volta si è parlato anche di cifre. I costi totali di sviluppo sono stimati in circa 1,3 miliardi di euro fino al 2029, con costi operativi annuali successivi di 320 milioni. La Bce sosterrà queste spese, che saranno compensate dai proventi del signoraggio. Al conteggio vanno sommati i costi che sosterranno le banche per i servizi legati all’euro digitale: tra i 4 e i 6 mld di euro, stimati da Bce su dati forniti dagli istituti.

Il calendario: si parte (forse) nel 2029

La strada, però, non è ancora completamente in discesa. La Bce ha precisato che la decisione finale sull’emissione verrà presa solo dopo l’approvazione del regolamento europeo, attualmente in discussione. Se i colegislatori di Bruxelles daranno il loro ok nel 2026, il calendario prevede:

  • a metà 2027 l’avvio di una fase pilota con le prime transazioni sperimentali;
  • nel corso del 2029 la prima emissione ufficiale dell’euro digitale.

La fase di preparazione, avviata nel novembre 2023 e con scadenza proprio a fine ottobre, si è conclusa con successo, secondo la Bce. Nella prossima, mentre le aziende selezionate per realizzare i servizi legati all’euro digitale (come app e Open finance, su cui lavoreranno Fabrick e Almaviva) la Bce si occuperà della configurazione iniziale del sistema e delle attività pilota.

Niente addio al contante

Secondo la Bce, l’euro digitale sarà uno strumento per preservare la libertà di scelta e la privacy dei cittadini, oltre a tutelare la sovranità monetaria e la sicurezza economica dell’Europa. L’obiettivo dichiarato è promuovere l’innovazione e rendere i pagamenti nel continente più competitivi, resilienti e inclusivi.

Non manderà in pensione il contante, anche se la Bce afferma che il suo uso diminuirà rispetto alle transazioni digitali. Piero Cipollone, Membro del Comitato esecutivo della BCE e Presidente della task force ad alto livello per un euro digitale, spiega:

Non si tratta soltanto di un progetto tecnico, ma di uno sforzo collettivo per adeguare il sistema monetario europeo alle esigenze future. Un euro digitale assicurerà che i cittadini godano dei vantaggi del contante anche nell’era digitale. Rafforzerà così la resilienza del panorama europeo dei pagamenti, ridurrà i costi per i commercianti e creerà una piattaforma in cui le imprese private possano innovare, espandersi e competere.

Bene l’euro digitale, ma che sia totalmente pubblico e gratuito. È quello che afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori:

Bisogna che, come il contante, sia un bene pubblico interamente gratuito, sia per gli esercenti che per i consumatori. Il sistema ibrido pubblico-privato che si sta delineando, invece, avrebbe dei costi che poi sarebbero inevitabilmente traslati sui consumatori finali, sui prezzi finali di beni e servizi che acquistano.